Si avvicina l’ora della verità per Massimo Giuseppe Bossetti. Dopo quasi un anno dal via del processo che lo vede imputato come autore del brutale delitto della tredicenne Yara Gambirasio, inizia la fase finale del dibattimento con le richieste delle parti.
Nel corso dell’ultima udienza la Corte d’Assise aveva bocciato le cinque richieste di perizie avanzate dagli avvocati di Bossetti. In pratica, quanto emerso finora nel corso delle quasi quaranta udienze, può essere sufficiente per giudicare l’imputato.
La bocciatura più pesante è stata quella sulla richiesta di perizia sul Dna trovato sul corpo della ragazzina e che le indagini hanno attribuito al carpentiere di Mapello, per la quale era finito in carcere il 14 giugno del 2014.
Perizia respinta perché “non è decisivo ogni ulteriore accertamento” per la decisione rispetto a quanto hanno potuto dire in aula i Ris che individuarono “Ignoto 1” e gli esperti dell’Università di Pavia che lo compararono a quello di Bossetti e ne stabilirono la sostanziale identità.
Nell’udienza di oggi, venerdì 13 maggio, spazio al pubblico ministero Letizia Ruggeri che, molto probabilmente chiederà la pena massima per il carpentiere di Mapello, ossia l’ergastolo. Il pm spiegherà perché secondo gli inquirenti è stato Bossetti a uccidere la tredicenne di Brembate Sopra dopo averla rapita la sera del 26 novembre 2010.
Mercoledì 18 maggio sarà poi la volta degli avvocati Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, parti civili per i genitori di Yara, Fulvio e Maura Panarese, e la sorella maggiore Keba.
Venerdì 20 maggio spazio alle arringhe dei difensori Paolo Camporini e Claudio Salvagni, che con ogni probabilità occuperanno anche l’udienza del 27.
Dopo l’8 giugno, le repliche delle parti e la sentenza.
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