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L'intervista

Atalanta-Udinese, il doppio ex Manfredini: “Sarà la festa di Bellini, se la merita”

Parla l'ex difensore nerazzurro, coetaneo del terzino di Sarnico: "Mi spiace non esserci. Dea squadra da metà classifica"

“Mi spiace non esserci, sarà una grande festa soprattutto per Bellini, se la merita”. Parla Thomas Manfredini, coetaneo di Bellini (esattamente due mesi di differenza, Thomas compirà 36 anni il 27 maggio) il doppio ex, uno che all’Atalanta ha comunque superato le cento presenze (133 e 4 gol, tra il 2007 e il 2013) e prima ancora di venire a Bergamo aveva trascorso cinque anni nell’Udinese (1999-2004, 64 presenze e due gol). Anche se i gol lui doveva lavorare per evitarli più che per farli e come regista difensivo ha vissuto tanti anni vicino al “Bello” che in questa domenica 8 maggio 2016 saluterà il pubblico atalantino.

“Io e l’Atalanta? Dopo tanti anni in nerazzurro chiaro che la seguo sempre ed è sempre un piacere pensare a Bergamo e ai miei ex compagni, ho ricordi positivi”, dice Thomas. “Quest’anno sono partiti molto bene, poi c’è stato un periodo negativo ma nel finale si sono ripresi e hanno raggiunto la salvezza che era il traguardo obbligato: l’Atalanta è superiore a tante altre squadre”.

Si poteva fare di più? “Dopo l’inizio si poteva anche pensare. La squadra è stata costruita per la salvezza, a un certo punto si poteva pensare di arrivare a qualcosa di più grande, comunque l’obiettivo è stato raggiunto”.

Rispetto all’Atalanta in cui giocava lei quanto è rimasto? “La squadra è cambiata tantissimo, sono rimasti solo Bellini, Raimondi, Carmona e anche Carlos ha avuto un problema serio, è mancato molto nella seconda parte del campionato. Ogni tanto sento Bellini, ho un bel rapporto con lui e lui ha un rapporto particolare con la maglia dell’Atalanta”.

In effetti la sfida con l’Udinese sarà anche l’occasione per la festa al capitano che chiude la sua carriera nerazzurra: “Certo, con Bellini non servono molte parole, conta quello che ha fatto, non è stato nemmeno tanto compreso. Lui ha avuto un grande amore per l’Atalanta e non ha mai voluto lasciarla: ha sempre dato tutto, un leader silenzioso. Il bello del calcio è che ci sono ancora valori e lui li ha portati avanti fino alla fine della sua carriera nerazzurra. E’ doveroso un saluto per un campione, uno che è stato in simbiosi con questa maglia e ha vissuto questo attaccamento come qualcosa di particolare. Poteva anche andare via e ne ha avuta l’occasione, ma ha sempre deciso di rimanere: giusto che meriti un grande applauso da tutti, poi le parole servono a poco, lui ha sempre dimostrato coi fatti quello che vale”.

Una squadra che ha avuto in Gomez il suo uomo in più, o quali altri secondo Manfredini sono stati i punti di forza di questa Atalanta? “A me pare che in ogni reparto ci siano giocatori forti, penso per esempio a Borriello che ho conosciuto e mi chiedevo come mai quando è arrivato avesse qualche difficoltà, poi si è sbloccato e ha fatto vedere quel che vale. Mi pare che tutti i giocatori abbiano portato qualcosa, poi naturale che si pensa a Gomez che ha dato il salto di qualità, ma a gennaio è arrivato anche Diamanti e non dimenticherei Cigarini che ha giocato in un ruolo diverso e comunque ha dato alla squadra qualcosa in più. Per me l’Atalanta è una squadra di media classifica”.

L’Udinese l’ha sorpresa, vederla ancora in difficoltà e alla ricerca dei punti salvezza? “Ogni anno a Udine cambiano tanto e i Pozzo sono bravi a scoprire giocatori validi e a portarli in Friuli, però quest’anno è mancato Di Natale e senza i suoi gol… In questo finale avranno le motivazioni per lottare, ma credo che l’Udinese si salverà sicuramente”.

In bocca al lupo anche a lei, però. “Eh grazie, crepi. Sto facendo fisioterapia, a gennaio mi sono rotto il tendine d’Achille e quindi sto recuperando. Tengo duro, resto a Vicenza e fra qualche mese dopo la riabilitazione spero di riprendere e giocare, ho ancora voglia. E… un saluto a tutti, che sia una grande festa soprattutto per Bellini”.

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