L’Anpi prende posizione contro la lapide cementata nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 maggio davanti al cimitero di Arcene, per ricordare i fascisti trevigliesi fucilati proprio di fronte al campo santo.
“Qui trovarono la morte sei uomini colpevoli d’aver amato l’Italia: Giuseppe Stefanini, Aldo Castagneri, Stefano Possenti, Filippo Pezzotta, Giovanni Manenti e Paccagnella assassinati il 3 maggio 1945. Nel ricordo risorgeremo. Manipolo d’avanguardia Bergamo”. Questa la scritta sulla targa, che dopo poche ore è stata subito rimossa dopo l’intervento dell’amministrazione comunale.
Un gesto rivendicato dai sette del M.A.B. (Manipolo d’avanguardia, con una loro foto e un comunicato in cui annunciavano “Siamo stati noi, denunciateci”.
L’associazione nazionale partigiani italiani commenta così la vicenda:
Apprendiamo con rammarico e preoccupazione la notizia della comparsa di una lapide posta fuori dal cimitero di Arcene nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso da un gruppo di fascisti per ricordare l’uccisione di militi fascisti nel 1945.
Ci uniamo alle parole espresse dal Sindaco di Arcene, Giuseppe Foresti, che, dopo la rimozione della lapide, ribadisce l’adesione sentita dell’Amministrazione Comunale di Arcene «ai valori espressi nella nostra Costituzione, nata dalla Resistenza».
Esprimiamo la nostra ferma condanna nei confronti di un atto vile: la pietà verso i morti non va confusa con la memoria delle scelte di chi combatteva da una parte
piuttosto che da un’altra. Non dobbiamo e non possiamo confondere chi combatteva al servizio dei tedeschi per una tirannia brutale e totalitaria con chi combatteva per la libertà, la dignità e la democrazia del nostro Paese.
Riteniamo che lo Stato italiano debba diventare uno stato compiutamente antifascista. In questo senso lo sforzo dell’A.N.P.I. deve essere incessante nel chiedere l’applicazione fattiva degli strumenti legislativi che il nostro ordinamento si è dato per evitare rigurgiti neofascisti (legge Scelba, legge Mancino).
La rivendicazione della posa della lapide di Arcene apparsa su Bergamonews a firma di M.A.B. Manipolo d’avanguardia è inaccettabile, oltraggiosa, oltreché delirante e dimostra con quanta sfacciataggine i fascisti di oggi escano allo scoperto, consci del fatto di rimanere impuniti per le nefandezze che propagandano.
Per lo Stato italiano sono fuori legge, ma nessuna istituzione fa rispettare ciò. Per questo, nel ribadire la nostra piena solidarietà alla comunità di Arcene e al Sindaco Giuseppe Foresti, attaccato vergognosamente nella rivendicazione, chiediamo che tutte le istituzioni vigilino e lavorino per prevenire atti di manifesta apologia di fascismo, ovvero ciò che rappresenta un reato per la
nostra Repubblica, nata dalla Resistenza antifascista e partigiana.
Per il Comitato Provinciale A.N.P.I. di Bergamo,
Il Presidente Provinciale,
Mauro Magistrati
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