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La sentenza

Multinazionale deve risarcire una donna malata di cancro dopo aver usato il talco

La Johnson&Johnson deve risarcire una donna che si è malata di cancro alle ovaie dopo aver utilizzato per anni il talco prodotto e commercializzato della multinazionale americana.

La Johnson&Johnson deve risarcire una donna che si è malata di cancro alle ovaie dopo aver utilizzato per anni il talco prodotto e commercializzato della multinazionale americana.

A una 62enne del Sud Dakota la J&J dovrà versare 55 milioni di dollari. E questa è la seconda causa persa perché già a febbraio una Corte aveva imposto alla azienda di risarcire la famiglia di un’altra donna stavolta dell’Alabama morta per aver utilizzato per 35 anni il talco Baby Powder per l’igiene intima: 72 milioni di dollari.

Intanto sono più 1.200 le cause pendenti sulla stessa tematica. E la Johnson & Johnson ha annunciato che presenterà appello per entrambe le decisioni, precisando che le sentenze sono contrarie ai risultati di decenni di ricerche le quali sostengono la sicurezza del talco.

Il talco in  questione  è “indagato” da tempo e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lo Iarc di Lione) ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo nel 2006. Possibili (insieme a centinaia di altre sostanze), non probabili e neppure certe.

L’ipotesi avanzata dai ricercatori è che la polvere di talco, contenente agenti infiammatori, si diffonda dagli organi genitali esterni a quelli interni femminili causando infiammazioni di lunga durata che, a loro volta, stimolano la formazione di un tumore. Ma gli esperti sottolineano che non esistono certezze in merito nonostante decine e decine di ricerche.

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