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La mostra

Il Rinascimento, lo straordinario inizio della Globalizzazione

L'assessore alla cultura Nadia Ghisalberti e il direttore della fondazione Bergamo nella storia Roberta Frigeni raccontano l'idea del progetto e dell'ampliamento del museo rinascimentale di Bergamo, in una chiave completamente nuova.

“Questa mostra riassapora i caratteri di un periodo straordinario del nostro Paese, quando gli italiani erano formidabili navigatori e maestri nella grande arte della cartografia”.

La presenta così, l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti, la mostra “Quando l’Italia disegnava il Mondo. Tesori cartografici del Rinascimento” dal 16 aprile al 10 luglio al Palazzo del Podestà, in Città Alta. Un allestimento promosso e organizzato dalla Fondazione Bergamo nella storia diretta da Roberta Frigeni.

Un’epoca – quella tra fine Quattrocento ed inizio Cinquecento- che è stata teatro di grandi scoperte geografiche. I primi tratti di quel Nuovo Mondo e le carte meravigliose ridisegnano e testimoniano la sconvolgente rivoluzione dal punto di vista politico, geografico, di nuovi equilibri economici che poi si svilupperanno nei secoli successivi; quindi il vecchio continente e la vecchia Europa si trovano a fare i conti con nuove realtà.

“La consiglio a chi vuol acquisire una consapevolezza di quella che è la nostra storia – afferma l’assessore Ghisalberti -. Le vicende di questo periodo Rinascimentale, infatti, resero famosa l’Italia non solo in campo artistico, ma anche cartografico. Questa mostra vuole riportare i visitatori in momento in cui non esisteva l’Italia come la conosciamo oggi, ma una cultura italiana” non per chiuderci in un’identità che ci separi dagli altri, ma per aprirci alla scoperta del mondo con gli occhi dei navigatori d’allora”.

I PRIMI PASSI DELLA GLOBALIZZAZIONE

“Il racconto di una storia non invecchia mai, purché rimanga viva la voglia di raccontarlo” sottolinea la direttrice della Fondazione Bergamo nella storia Roberta Frigeni. Il progetto, già avviato nel 2012, amplia la sua esposizione con un’ala di rilevante importanza della storiografia umanistico-rinascimentale.
“Abbiamo scelto di dedicare un approfondimento al Cinquecento in modo del tutto inedito – afferma entusiasta Frigeni -. Un progetto sperimentale realizzato grazie a strumentazioni audiovisive, più vicine al mondo dei giovani, tra cui si spera di raccogliere un consenso sempre maggiore”.

A seguito della proposta di allestire la mostra attraverso l’associazione culturale Roberto Almagià.

“La scelta è nata quasi in maniera naturale – prosegue Roberta Frigeni  -. Ci è parso assolutamente naturale far dialogare questa proposta culturale con il nostro museo” confermando come una medesima base storica e un’intuizione della fondazione Bergamo nella storia, che si fa ente capofila di questo progetto, possano unire due progetti culturali in un’unica esposizione artistica.
Le sale del museo raccontano una storia dedicata proprio alla cultura e aspetti del Cinquecento che muovono i primi passi di quella che oggi noi chiamiamo globalizzazione.

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