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Salute

L’ortopedia apripista del rilancio di San Giovanni Bianco

Un’unica lista d’attesa e integrazione fra le équipe per garantire qualità ed efficienza.

Passa dall’Ortopedia la prima concreta applicazione della riforma per l’ASST Papa Giovanni XXIII: la sinergia fra le Unità dell’ospedale di Bergamo e quella di San Giovanni Bianco consentirà di tagliare le liste d’attesa e valorizzare al meglio le professionalità e gli spazi del Civile.

“Incontrando gli amministratori della Valle Brembana è emersa con forza la richiesta di riportare l’ospedale di San Giovanni Bianco a esprimere tutte le sue potenzialità – ricorda Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni -. Stimavamo che sarebbero serviti sei mesi, ma il lavoro fatto da gennaio a oggi con i miei collaboratori ci consente di avviare già alcune opportunità”.

Nelle tre sale operatorie del Civile dall’8 marzo saranno presenti ortopedici di entrambe le strutture, così come all’HPG23 potranno operare colleghi di San Giovanni Bianco. Una sinergia che assicurerà 10 interventi ortopedici in più la settimana, portando le sale dedicate alla chirurgia in elezione, e quindi non urgente, da 10 a 13 .

Si partirà con interventi minori, quelli che consentono ai pazienti di tornare a casa il giorno stesso. L’ordine di chiamata continuerà a seguire la lista stilata in base a criteri clinici: “Si crea di fatto un’unica lista d’attesa – spiega il direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza Claudio Castelli – . Se i pazienti che provengono dalla Bassa o da altre province potrebbero avere qualche controindicazione, per la città, l’hinterland e l’area a nord ovest della provincia la distanza non è affatto proibitiva”.

Le prime telefonate dal Papa Giovanni per proporre l’intervento al Civile stanno avendo per lo più risposte positive. Salvo poche eccezioni, da parte di chi non possiede un mezzo proprio, i pazienti in lista d’attesa per interventi ai piedi, alla mano e al ginocchio si presenteranno all’Ospedale civile in Val Brembana.

La sperimentazione consentirà di integrare procedure e standard delle due strutture ospedaliere, ma anche di testare il gradimento dei cittadini. Sottolinea Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST: Fare qualche chilometro in più può non significare molto per il singolo, ma può decidere del futuro della Valle e della sostenibilità dell’intero sistema sanitario: non possiamo sprecare professionisti e strutture che possono e debbono contribuire a dare risposte di qualità ed efficienza ai cittadini”.

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