La domanda del pubblico ministero Letizia Ruggeri a Marita Comi non è stata accolta dalla Corte d’Assise. Ma la curiosità, tra il pubblico, è rimasta: ci sarebbe una donna, una certa Gina, detenuta a Bergamo, che da alcune settimane invia lettere a Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere 45enne di Mapello a processo per il brutale delitto di Yara Gambirasio.
La questione è stata sollevata nel corso dell’interrogatorio in Aula della moglie dell’imputato, quando la pm Ruggeri le ha chiesto: “Lei sa qualcosa dei rapporti di suo marito con una certa Gina?”. Una domanda che ha sorpreso Marita, che ha risposto: “No, non ne so nulla”.
Per poi aggiungere però “Ah sì, quella delle lettere…”, prima di essere fermata dall’intervento degli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno chiesto e ottenuto al giudice Antonella Bertoja l’inammissibilità della domanda perché ritenuta fuori luogo.
Gina sarebbe una donna detenuta, come Bossetti, nel carcere di via Gleno a Bergamo.
Non è chiaro quante volte abbia scritto al carpentiere e quale sia stato il contenuto delle sue lettere, tanto da insospettire il pubblico ministero che ha seguito le indagini sull’omicidio della tredicenne di Brembate. Fatto sta che Bossetti, di fronte a questa richiesta, ha abbassato lo sguardo, come se fosse in imbarazzo.
Ecco cosa hanno detto i legali di Bossetti sulla questione “Gina”:
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