“Siamo certi dell’innocenza di Massimo, anche perché è un uomo dolce e affettuoso”. Sono le parole di Nadia Arrigoni, la moglie di Agostino Comi, fratello di Marita Comi, moglie di Bossetti.
La donna ha deposto venerdì 26 febbraio al processo per il delitto di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra trovata morta in un campo di Chignolo d’Isola esattamente 5 anni fa.
Nadia Arrigoni è legata da una profonda amicizia e confidenza con la moglie di Bossetti. Di fronte alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, ha risposto alle domande dell’avvocato dei Gambirasio, Enrico Pelillo, e dei difensori di Bossetti, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini.
“Se Marita non fosse convinta dell’innocenza di Bossetti, l’avrebbe lasciato” ha dichiarato la cognata dell’imputato.
Lei e il marito frequentavano spesso i coniugi Bossetti e, come ha raccontato Arrigoni in Aula, in alcune occasioni avevano commentato il caso Yara esprimendo “preoccupazione per i nostri figli”.
Ecco le sue parole all’uscita dal tribunale di via Borfuro:
Nella stessa udienza hanno parlato hanno parlato anche Monica e Luisella, sorelle di Massimo Maggioni, il collega di Bossetti, su cui lo stesso carpentiere di Mapello aveva avanzato sospetti in un’interrogatorio del luglio del 2014.
Bossetti aveva raccontato di soffrire di epistassi (perdita di sangue dal naso) e di gettare spesso i fazzoletti che usava per tamponare le fuoriuscite nell’immondizia del cantiere, e che quindi il suo dna era facilmente a disposizione di Maggioni. Da lì l’imputato, dopo i controlli degli inquirenti, fu accusato anche di calunnia.
Le donne hanno parlato dello stato di Maggioni d’animo dopo l’accusa di Bossetti: “Non riusciva più dormire. In quei giorni eravamo assediati dai giornalisti sotto casa, tanto che avevamo dovuto togliere i nomi dai citofoni. Una situazione invivibile”.
commenta