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I dati

Cisl, nel 2015 persi 2.700 iscritti: cresce il terziario, cala il manifatturiero

Calano i tesserati del sindacato di via Carnovali: a pagare la crisi sono soprattutto le categorie del manifatturiero, con la Fim unica sigla in controtendenza. In crescita il terziario mentre i servizi rimangono sempre fiore all'occhiello dell'organizzazione.

Cresce l’area dei servizi, cala l’industria, mentre i primi effetti della legge Fornero si leggono nella diminuzione dei pensionati.

La crisi economica e le mosse per contrastarla trovano una chiave di lettura anche nei dati del tesseramento 2015 della Cisl di Bergamo. Il sindacato di via Carnovali rimane ancora di gran lunga il più rappresentativo della provincia, e uno dei più forti a livello nazionale, ma è indubbio che i sette anni di recessione e di “lacrime e sangue” imposti da una politica alla ricerca di soluzioni abbiano lasciato il segno anche qui.

L’industria manifatturiera paga lo scotto di una crisi strutturale e anche l’adesione sindacale, soprattutto in ambiti come l’edilizia e il tessile, finisce in negativo per oltre 1300 tessere. Solo la Fim registra un timido aumento di 14 iscritti.

Se il “privato” piange, non ride nemmeno il pubblico, dove le “ristrutturazioni” e la Spending Review, con il conseguente blocco delle assunzioni, hanno causato smottamenti mai registrati in precedenza. FP Cisl, categoria di pubblico impiego e sanità lascia sul terreno in un anno circa 300 iscrizioni, mentre Scuola e Pubblica Sicurezza (FNS) “festeggiano” una sostanziale tenuta (quest’ultima, però, prima della soppressione della Guardia Forestale…).

Le note felici, in via Carnovali, le fa registrare il settore dei Servizi: Fisascat (commercio e turismo) e FIRST (bancari e assicurativi) crescono complessivamente di 400 nuovi iscritti (il 5% in più).

Per la FNP, invece, iniziano a vedersi i risultati dell’allungamento della vita lavorativa: nello scorso anno il numero dei pensionati è calato, e di conseguenza anche il numero degli iscritti al sindacato, che per la Cisl di Bergamo è stato di 1935 soci in meno (ma per la categoria contano, e sensibilmente, anche le “uscite naturali”).

In totale, il tesseramento 2015 si è chiuso con 2700 iscritti di differenza con il 2014.

Con oltre 124mila iscritti, però, la Cisl di Bergamo resta riferimento per un gran numero di lavoratori nella provincia. Gli “attivi” ammontano a 61.703 tesserati, “solo” 622 in meno dello scorso anno, nonostante la provincia abbia pagato un “tributo” in licenziamenti, nel solo 2015, di almeno 10.000 persone.

“Per avere questo dato – ha detto Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl di Bergamo – occorre “agevolare” un turn over molto alto: quest’anno abbiamo “conquistato” ventimila nuove adesioni, nonostante le condizioni non fossero le migliori. Ma stiamo già lavorando in prospettiva: per noi, il sindacato deve avere un presenza importante su tutti i temi del mondo del lavoro, anche su quelli dell’alternanza con la scuola, e per questo la Cisl di Bergamo avvierà al più presto uno Sportello dedicato ai temi del lavoro, dell’alternanza, delle politiche per favorire l’accesso delle giovani generazioni nel mondo del lavoro”.

D’altronde, l’affezione alla Cisl la si registra anche nei dati relativi ai servizi che il sindacato eroga quotidianamente: il patronato Inas ha svolto più di 70.000 pratiche; il Caaf 345.000; il Sicet 8.500; l’Anolf 22.500 e l’Etsi 35.400.

“La nostra presenza mantiene una grande consistenza territoriale – ha continuato Piccinini -, ma merita qualche riflessioni in termini innovativi. Il tema della rappresentanza è fondamentale: a Bergamo il sindacato è uno dei più rappresentativi e radicati a livello nazionale, ma la sfida di come incrociamo i nuovi bisogni ci deve vedere presenti con proposte e scelte organizzative concrete”.

L’apertura ai giovani è stata sottolineata anche da Francesco Corna, segretario organizzativo, che ha annunciato la prossima apertura di “uno spazio aperto ai contributi dei giovani anche esterni alla Cisl, con la “ristrutturazione” della biblioteca e la messa a disposizione dell’archivio storico, oltre a servizi e iniziative che dai giovani e per i giovani trarranno spinte utili alla crescita di nuove idee e proposte”.

Giacomo Meloni e Gabriella Tancredi hanno approfondito i temi del lavoro e della rappresentanza femminile, annunciando il prossimo convegno (22 marzo) sulla sicurezza delle donne sul posto di lavoro, secondo il nuovo accordo nazionale con Confindustria.

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