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La lettera

Capizzone, il sindaco: “Qui no profughi e i privati che li accolgono poi non si lamentino”

Alessandro Pellegrini, sindaco di Capizzone, scrive una lettera aperta alla cittadinanza e la posta su Facebook suscitando il divbattito tra chi concorda e chi dissente

‘No ai profughi sul territorio di Capizzone. E’ quanto ribadito dal sindaco Alessandro Pellegrini in una lettera aperta rivolta ai cittadini del comune della Valle Imagna: “Dietro all’emergenza profughi c’è un ‘mercato’ che non ha nulla a che vedere con la questione umanitaria – si legge nella lettera -. E qualora ci fossero dei privati disposti a dar loro accoglienza, afferma: “Facciano pure, poi però non vengano a chiedere aiuto se le cose non funzionano: devono assumersi onori e oneri”. Il sindaco non ritiene nemmeno giusto chiamare in causa le parrocchie, “anche se i parroci sono liberi di fare quel che ritengono opportuno”. Dal canto suo il parroco di Capizzone don Antonio Perico preferisce non esprimersi.

Al contrario su Facebook il dibattito si è subito animato.

C’è chi appoggia la posizione del sindaco: “Signor Pellegrini, lei ha tutta la mia stima. Sono un artigiano edile e dopo 30 anni che pago ogni sorta di tassa e verso annualmente nelle casse dello Stato la maggior parte delle mie entrate, mi ritrovo in seria difficoltà e mi rendo conto che un clandestino è più importante di me”.

E c”è chi invece si dimostra a favore dell’accoglienza: “Penso che ognuno sia libero di ospitare in casa propria chi vuole, se lo fa nel rispetto della legge. Le famiglie che si offrono di ospitare queste persone compiono un gesto doppiamente nobile: da una parte cercano di rimediare ad un ingiustizia dell’occidente nei confronti del sud del mondo, dall’altra favoriscono l’integrazione, che ad oggi rimane l’unico rimedio efficace a quella situazione insostenibile che spesso viene alimentata e fomentata da parole irresponsabili”.

Ma qualcuno vede la ragione da ambo le parti: “Il problema non è il profugo che è una persona come tutti noi, ma è forse il sistema che è gestito e realizzato male. Umanamente sto con in profughi che umilmente cercano aiuto, praticamente sto con chi dopo 30 anni o anche meno di lavoro non riesce a campare e avrebbe il diritto di essere aiutato prima di persone provenienti da altri paesi”.

Ecco il testo integrale della lettera, pubblicata anche sulla pagina Facebook del Comune.

“Sono trascorse poche settimane ed eccomi nuovamente a dovermi occupare di migranti (clandestini) visto l’incontro avuto con alcune persone espressamente favorevoli a volersi impegnare nell’accoglienza di queste persone e nel trovare loro una sistemazione nel nostro comune. Nel ribadire la mia, e nostra, contrarietà ad una simile proposta non posso che confermare quanto espresso già in precedenza.

Dietro all’emergenza profughi c’è un ‘mercato’ economico che non ha nulla a che vedere con la questione umanitaria (37 euro al giorno, 2,50 euro a profugo, rete internet ecc., ecc.).

Prima di aiutare i migranti, dobbiamo essere in grado di aiutare i nostri cittadini in difficoltà, molti dei quali hanno perso il lavoro e non riescono a far fronte a tutte le necessità famigliari. Non trovo giusto nemmeno chiamare in causa le parrocchie, anche se chiaramente i parroci sono liberi di fare quel che ritengono opportuno.

A Capizzone non abbiamo strutture in grado di ospitare i migranti e non ho intenzione di sottoscrivere il mio impegno a cercare alloggio, insegnare loro la lingua e trovare loro impiego. Ho delle responsabilità verso i cittadini di Capizzone e il mio tempo è tutto per loro.

Se ci sono privati che si accordano per ospitarli, facciano pure, poi però non vengano a chiedere aiuto se le cose non funzionano, devono assumersi onori e oneri (riconfermando quanto disposto dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 in termini di confisca dei beni, legge attualmente vigente).

Le mie battaglie di Sindaco saranno tutte per i cittadini. 

Ribadisco con forza il mio disaccordo con questo sistema di accoglienza che non ha una gestione logica e non pensa al futuro. Penso che lo Stato stia imponendo una situazione che diventerà, se non lo è già, insostenibile a livello sociale.

Prima di aiutare i profughi, che spesso sono semplicemente clandestini, preferisco dare una mano ai miei concittadini!”.

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