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Economia

Ubi Banca: utile netto a 116,8 milioni, dividendo di 11 centesimi

Il Consiglio di Gestione di Ubi Banca ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e consolidato relativi all’esercizio chiusosi il 31 dicembre 2015, che verranno sottoposti per approvazione al Consiglio di Sorveglianza l’8 marzo prossimo.
Il Consiglio di Gestione proporrà all’Assemblea, che si terrà in unica convocazione il 2 aprile 2016, la distribuzione di un dividendo unitario di 0,11 euro alle 900.316.743 azioni in circolazione (pari al numero di azioni costituenti il capitale sociale al netto delle azioni proprie detenute in portafoglio).

Il dividendo, se deliberato dall’Assemblea nella misura proposta, sarà messo in pagamento con data di stacco, record date e data di pagamento rispettivamente il 23, 24 e 25 maggio 2016. Il monte dividendi ammonterà a circa 99 milioni di euro, a valere sull’utile.

L’esercizio 2015 è stato un anno di riposizionamento per il Gruppo Ubi, che, trasformandosi per primo – in ottemperanza alle disposizioni di legge – da gruppo cooperativo a Società per Azioni, ha confermato la strada della trasparenza e della chiarezza verso i propri azionisti e il mercato nel suo insieme.
Dal punto di vista gestionale, la solidità del Gruppo ha consentito di intraprendere alcune azioni che hanno influenzato sia lo stato patrimoniale che il conto economico, quali ad esempio, in ottica di de-risking, il ridimensionamento del portafoglio titoli, sia in termini di volumi che di durata, e il prosieguo dell’uscita, avviata alcuni anni or sono, da settori di attività creditizia non più strategici; in ottica di business, è stata completata la fusione tra IW Bank (la banca on-line del Gruppo) e Ubi Private Investment (oltre 800 promotori finanziari), per la creazione di un nuovo modello di servizio alla clientela, e sono stati completati il riassetto di UBI Leasing e Prestitalia ed il rilancio di UBI Factor, con risultati positivi attesi per il 2016.
Verso fine anno, il Gruppo è intervenuto contribuendo al salvataggio delle 4 note banche in difficoltà, fornendo, assieme ai due altri principali player italiani, finanziamenti al Fondo Risoluzione (rimane in essere per il Gruppo UBI un finanziamento per 470 milioni circa, garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti), oltre al versamento dei contributi straordinari di 3 annualità, richiesti a tutte le banche del sistema, pari a 65,3 milioni per il gruppo UBI.
La progressiva evoluzione del modo di fare banca, anche in conseguenza dello sviluppo del digitale, ha portato a dicembre 2015 a un nuovo accordo sindacale di ridimensionamento degli organici su base volontaria, accompagnato come di consueto da elementi di rinnovo generazionale con forte componente di formazione, che ha comportato oneri straordinari a carico dell’esercizio 2015 per 95 milioni a fronte di i risparmi attesi a regime pari a circa 31 milioni di euro annui. A fine gennaio 2016 risultavano uscite su base volontaria 317 risorse su circa 410.

L’esercizio si è chiuso con un utile al netto delle poste non ricorrenti pari a 195,1 milioni di euro, in crescita del 33,2% rispetto al 2014.
L’utile contabile si attesta a 116,8 milioni rispetto ad un risultato negativo, a seguito dell’iscrizione di impairment su intangibili, per 725,8 milioni nel 2014.
I risultati della gestione economica del Gruppo per l’esercizio 2015 hanno confermato il buon progresso delle commissioni nette (+6% a/a) trainate dai prodotti d’investimento (il risparmio gestito complessivo è cresciuto del 12% a/a), e il consolidamento del miglioramento della qualità del credito, con minori esigenze di rettifica (-13,6%); tali andamenti hanno consentito di più che compensare l’evoluzione del margine d’interesse (-10,3%), principalmente influenzato dal minor apporto del portafoglio titoli – in progressiva riduzione e ricomposizione – ma anche da condizioni particolarmente competitive sui mercati del nuovo credito e dal minor apporto del portafoglio in run-off.
Il perdurante controllo dei costi ha consentito di assorbire l’intero impatto dei contributi ordinari annuali al Fondo di Risoluzione e allo Schema di Garanzia dei Depositi (oltre 33 milioni), lasciando gli oneri operativi ricorrenti sostanzialmente invariati rispetto al 2014 (-0,1%). Si sono poi aggiunti i contributi straordinari al Fondo di Risoluzione (65,3 milioni) e gli oneri relativi all’integrazione di IW Bank (7,9 milioni) che hanno fatto lievitare transitoriamente i costi dell’anno del 3,2% rispetto al 2014.
Per quanto riguarda in ultimo la fiscalità, nell’ambito dell’attività di contenimento dei rischi connessi alle passività potenziali, anche di carattere fiscale, UBI Banca è addivenuta in data 4 febbraio 2016 ad una transazione definitiva con l’Agenzia delle Entrate in merito a due filoni di contenzioso che rappresentavano la maggior parte del rischio fiscale potenziale di Gruppo. L’impatto nel conto economico consolidato del 2015, oggetto di normalizzazione, è pari a euro 25,6 milioni, dedotti gli accantonamenti a presidio del rischio fiscale tempo per tempo stanziati in bilancio.

Infine, gli aggregati patrimoniali hanno segnato nell’ultimo periodo dell’anno una tendenza alla normalizzazione, con un incremento della raccolta da clientela rispetto a settembre 2015 (+2,8% concentrato nei depositi della clientela), impieghi in lieve crescita (+0,9%), crediti deteriorati in discesa sia in termini lordi che netti (-1,6% e -1,9%), e nuovi flussi da crediti in bonis a crediti deteriorati in ulteriore contrazione, supportando l’aspettativa di un costo del credito più contenuto per i prossimi anni.

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