La magnifica sala del Teatro Sociale si apre per una invasione “pacifica” di bambini dai 3 anni in su domenica 7 febbraio (ore 16:30 – ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili) in occasione dello spettacolo L’omino della pioggia. Una notte fra acqua, bolle e sapone, inserito nella stagione del Teatro Sociale, sezione Giocarteatro del Teatro Prova.
Lo spettacolo rientra anche nelle iniziative promosse per il Carnevale dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e affidate alla direzione artistica di Maria Grazia Panigada. In scena Michele Cafaggi e le sue “magiche” bolle di sapone (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili).
Un uomo sorpreso da un violento temporale riesce a raggiungere la sua abitazione, ma nemmeno al riparo dall’acqua gli imprevisti gli danno tregua. Un viaggio onirico e visuale verso l’alba e verso il sereno accompagnati dalla magia delle piccole cose e da spettacolari effetti con acqua e sapone. Dopo il grandissimo successo dello spettacolo Ouverture des Saponettes, un concerto per bolle di sapone, Michele Cafaggi ritorna a sperimentare attrezzi, materiali e tecniche per trovare nuove forme espressive attraverso l’utilizzo delle bolle di sapone.
Il Teatro Sociale si conferma privilegiato luogo di incontro e di scambio cittadino per valorizzare le peculiarità e le competenze delle più significative realtà teatrali del territorio, un segnale forte di collaborazione e interazione fra l’Amministrazione Comunale e i migliori progetti che caratterizzano la vivace scena culturale bergamasca: dal teatro di narrazione, a quello per bambini, dalla giocoleria alla danza ai laboratori e alla formazione.
“Il Teatro Sociale è luogo prezioso, custodito nel cuore della città antica – afferma il direttore artistico Maria Grazia Panigada – “Merita cura e chiede una programmazione mirata, attenta ad ospitare spettacoli e progetti di pregio. Però è anche un teatro nato dai cittadini per essere vissuto come luogo d’incontro, nel suo affacciarsi sulla via Colleoni, strada centrale di Città Alta. Ecco: nel curare la direzione artistica del Teatro Sociale il mio impegno è stato cercare un equilibrio, un’armonia fra queste due esigenze. Abbiamo così potuto gustare l’importanza di una condivisione appassionata e qualitativamente ricca, che ci ha portato a valorizzare di più le competenze e le poetiche di ciascuna realtà”.
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