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L'addio

Battaglie, gioie, gol: con German Denis se ne va un pezzo di storia dell’Atalanta fotogallery

Era una fredda domenica di fine estate, il 18 settembre 2011 per l’esattezza. Pioveva a dirotto e al Comunale s’iniziavano a vedere le prime felpe e i primi giubbotti. Il caldo se ne stava andando e il campionato offriva i primissimi lunch-match, allora una vera e propria novità per il calcio italiano.

L’Atalanta, fresca di ritorno nel massimo campionato, aveva aperto la stagione con un preziosissimo pareggio in casa del Genoa, in quella domenica in cui la serie A si accorse del piccolo Maxi Moralez.

Gli uomini di Colantuono, che partivano da un pesantissimo -6 in classifica figlio dello scandalo del calcioscommesse scoppiato pochi mesi prima, avevano assolutamente bisogno di aggrapparsi ai gol di un bomber per cercare quella scalata su cui pochi, ai tempi, avrebbero puntato.

E invece eccolo lì, l’uomo che non ti aspetti: German Denis, portato a Bergamo da Pierpaolo Marino (che lo volle anche a Napoli, tre anni prima), che fino a quel momento in Italia non aveva di certo sfondato, era pronto per la sua consacrazione.

Col Palermo, in quella piovosa domenica di metà settembre, il primo splendido gol: al 34′ del primo tempo una magistrale invenzione di Bonaventura smarcò in area di rigore il Tanque che, da posizione defilatissima, trovò il sinistro vincente. Tzorvas battuto e rete che valse i primi tre punti del campionato per i nerazzurri.

Tre giorni dopo, a Lecce nel turno infrasettimanale, Densi riuscì a ripetersi: doppietta, giallorossi stesi a domicilio e penalizzazione azzerata dopo appena tre giornate.

German Denis

La serie A si trovò improvvisamente di fronte a un grande attaccante e l’Atalanta, tredici anni dopo le perle di Pippo Inzaghi, tornò ad affidarsi a un vero bomber di razza. E, non a caso, il club bergamasco quell’anno centrò con grande tranquillità una salvezza che resterà nella storia.

Quella, per Denis, fu una stagione memorabile. La migliore, per lui, in Italia: 16 gol conditi da due doppiette e una tripletta, fantastica, realizzata in un pomeriggio trionfale alla Roma di Zeman.

I due anni successivi non furono da meno. Il Tanque non riuscì più a raggiungere quota 16, ma si fermò nel 2012-’13 a 15 reti, e nel 2013-’14 a 13. Niente male per una squadra che come unico obiettivo aveva quello di centrare la permanenza in A.

Denis è diventato in pochissimo tempo il beniamino di una tifoseria. Le voci di mercato non sono mai mancate (nel gennaio del 2012 il Palermo offrì anche 9 milioni di euro, ma l’Atalanta disse ‘no’), ma il puntero argentino non ha mai pensato di spostarsi da quella che ormai era diventata la sua seconda casa.

German Denis

L’anno scorso, però, qualcosa si è inceppato. Le 33 primavere non hanno aiutato un Tanque che, per la terza stagione consecutiva, s’è dovuto portare sul groppone l’intero peso dell’attacco nerazzurro, con la dirigenza che nell’occasione ha avuto la grossa colpa di pensare con ritardo a un altro bomber affidabile che avrebbe fatto rifiatare Denis. Che, improvvisamente, si è scoperto mortale con prestazioni spesso sottotono e gol – anche facili – sbagliati.

La stagione, raddrizzata solo nella seconda metà di campionato, fu salvata dall’arrivo di Reja e dai gol di Mauricio Pinilla. Denis, con lo sbarco sotto le Mura del cileno, iniziò a vedere la panchina, ma riuscì comunque a chiudere l’anno con 8 centri. Nulla di eccellente, ma comunque un bottino di tutto rispetto.

In estate le voci insistenti di un suo ritorno in Argentina, spente da un’Atalanta che non ne voleva sapere di liberare a costo zero quello che per quattro anni è stato il suo punto di riferimento, il suo uomo-simbolo. Ma quella dell’addio da svincolato si è poi rivelata l’unica strada percorribile: Denis, 34 anni suonati, in serie A non ci poteva più stare.

Così, eccoci arrivati ai titoli di coda.

Prima, però, il Tanque è riuscito a mettere la firma sulla storia del club orobico: domenica 29 novembre, all’Olimpico contro la Roma di Garcia, ha realizzato il 54esimo gol in maglia nerazzurra, diventando il miglior marcatore straniero di sempre dell’Atalanta. Col Palermo, il 6 dicembre, ha trovato anche la rete numero 55.

German Denis

Con l’arrivo di Marco Borriello la sua avventura bergamasca è definitivamente finita. Il Tanque, che a breve risolverà il suo contratto che lo lega ai nerazzurri fino al giugno del 2017, tornerà a giocare in Argentina, nell’Independiente.

E a Bergamo lascerà tanti ricordi. Di battaglie, di gioie e di gol. Tantissimi gol. Cinquantacinque in totale, cifra che nessun altro bomber non italiano è mai riuscito a raggiungere con la casacca atalantina.

German Denis è storia.

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