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L'intervista

Mura Venete candidate Unesco, Amaddeo: Bergamo sarà porta d’Europa

Roberto Amaddeo, consigliere comunale con delega alle politiche per Città Alta e al progetto Unesco per le Mura spiega perché questa candidatura può far diventare “Bergamo una porta d'Europa”.

“Se penso che queste opere di difesa che costellano le città da Cipro a Bergamo, della Serenissima Repubblica di Venezia, oggi possono diventare un unico filo conduttore per aprire un varco di dialogo profondo di cultura, di valori e di pace per l’Europa mi emoziono” afferma Roberto Amaddeo, consigliere comunale con delega alle politiche per Città Alta e al progetto Unesco per le Mura nel giorno in cui viene ufficializzata la scelta della commissione nazionale del progetto e il conseguente passaggio all’esame internazionale di Parigi .

Per Amaddeo, che dentro quelle Mura ci ha costruito una vita, portando avanti la storica attività di famiglia e difendendo a spada tratta il valore di quel borgo che lo ha visto crescere, deve essere davvero un’infinita emozione.
“Questa candidatura è un risultato importantissimo per Bergamo che quando riesce a far squadra riesce a primeggiare in Italia – aggiunge -. Si dice che l’Italia è il Paese con più patrimonio artistico al mondo, in realtà l’unico dato certo è che l’Italia è il paese con più siti Unesco. Quando anche Bergamo farà parte di questa grande famiglia sarà chiaro a tutto il mondo che Bergamo è riuscita a conservare negli anni la sua bellezza e la sua storia. Tocca a chi c’è oggi valorizzarla a dovere facendo ricadere su Bergamo ogni possibile indirizzo culturale e turistico. Questa candidatura è importante perché non è un evento di un anno, è un riconoscimento che varrà per sempre. Devo ringraziare il sindaco Gori che è stato straordinario, mi ha affidato questo incarico, che ha creduto fino in fondo a questo progetto studiandolo di persona, e che ha saputo anche raccogliere e chiudere un’iniziativa lanciata dal sindaco Roberto Bruni e portata avanti da Franco Tentorio”.

Che cosa rappresenta questa candidatura per Bergamo?

“Questa candidatura lancia la nostra città a livello internazionale, recuperare una storia come quella della terra di San Marco, che dalla Grecia attraversa il Montenegro e la Croazia, avrà delle ricadute mirabili per tutte le mediazioni culturali – aggiunge Amaddeo –. Può cambiare la visione di Bergamo, dal punto di vista urbanistico, turistico, architettonico e storico. Mentre il mondo tende a chiudersi su se stesso, Bergamo riprende la sua opera di difesa più imponente lasciata dalla Repubblica di Venezia e si fa capofila di altre città del Montenegro e della Croazia, trasformando un’opera di difesa in un’opportunità di apertura, di dialogo e di pace. C’è voluto un grande impegno diplomatico da una parte, visto che Bergamo è capofila del progetto di questa candidatura, e la vasta opera di studio, tecnico e architettonico, svolta da Siti di Torino, in particolare nella persona del dottor Marco Valle. Il ringraziamento va anche al Politecnico di Torino e alla Compagnia San Paolo che ha saputo guidarci e accompagnarci nel rileggere queste architetture e a preparare il dossier”.

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