Passano gli anni, ma la Lega Nord certe battaglia non le lascia cadere. E’ stata presentata nei giorni scorsi una proposta di legge regionale per valorizzare la “lingua lombarda” in tutte le sue varianti. L’obiettivo del documento che presto sarà discusso dalla commissione cultura è “incoraggiare” l’uso e riconoscere una sorta di “bilinguismo” tra italiano e dialetto anche attraverso l’uso sui siti istituzionali e nella toponomastica.
Molti Comuni bergamaschi da anni hanno deciso di utilizzare il dialetto bergamasco nei documenti ufficiali e sui cartelli marroni posizionati ai confini territoriali. Tra i più “dialettizzati” c’è Spirano, amministrato dal sindaco Giovanni Malanchini, coordinatore dei sindaci lombardi del Carroccio. Nell’intestazione delle lettere invikate ai cittadini si legge “Cumù de Spirà” e anche sul portale online il bergamasco non manca.
Il progetto di legge presentato in Regione però vuole anche dare una definizione univoca della lingua lombarda: “Si definisce Lombardo Classico, o Lingua Lombarda, quella lingua plurale- si legge alla proposta di articolo 2 – costituita da tutte le specifiche varianti utilizzate nel territorio della Lombardia, e nei territori in cui esse sono state mantenute, e appartenenti al continuum Gallo-Romanzo-Cisalpino. La presente legge – recita fra ‘altro la proposta all’articolo 1 – promuove e valorizza l’identità culturale dei lombardi quale bene primario”.
Per studiare i dialetti la Lega Nord propone di istituire un Osservatorio regionale per la lingua lombarda. Le spese sono state preventivate in 300 mila euro per i prossimi tre anni. In commissione però l’opposizione, come sempre in questi casi, è pronta a dare battaglia.
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