“Se ci fosse stato Maxi Moralez sarebbe stata tutta un’altra storia”. E’ stato questo il ritornello suonato e risuonato con grande insistenza dai tifosi atalantini su social e forum dopo il fischio finale del match malamente perso da Denis e compagni a Udine, contro l’ex Colantuono.
La prima partita senza il Frasquito si è infatti conclusa come peggio non poteva: con un ko che, forse, con una squadra meno timida e un po’ più coraggiosa, si sarebbe potuto tranquillamente evitare. Una sconfitta, quella rimediata contro i bianconeri, che ha lasciato parecchio amaro in bocca ai tifosi, che non hanno perso tempo e se la sono presa con il presidente Percassi.
Ma la responsabilità del ko del Friuli è tutta da addebitare a una società che ha avuto la colpa di vendere a gennaio uno dei pezzi pregiati della rosa?
Forse sì, perché a Udine Maxi è mancato come l’aria nei meccanismi offensivi dell’Atalanta, quelli che Reja in estate aveva disegnato appositamente per esaltare le caratteristiche del piccolo numero 11 e dell’altro “piccoletto”, il Papu Gomez. Non a caso l’arma in più – spesso e volentieri – dei bergamaschi in questa prima metà di stagione.
O forse no, perché comunque il tecnico goriziano ha in casa un altro esterno di grande valore che porta nome e cognome di Marco D’Alessandro, colui che nel finale del match della Befana ha trovato il suo primo gol in A.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è un’altra: ha fatto bene la società ad accettare l’offerta del Leon per Maxi Moralez? La risposta, questa volta, è una sola: sì.
Sì, perché il folletto argentino aveva voglia di cambiare aria. L’aveva dimostrato in estate accettando (inizialmente) l’offerta degli arabi dell’Al Ittihad, e l’ha confermato mister Reja dopo la gara di Udine spiegando ai giornalisti che l’ex Velez “aveva espressamente chiesto di essere ceduto”.
E allora, perché Percassi avrebbe dovuto rispondere “picche” ai messicani che sul piatto mettevano una cifra importantissima per un club come l’Atalanta? Perché Percassi avrebbe dovuto chiedere a Maxi di restare controvoglia?
Secondo noi, non avrebbe avuto alcun senso. Anche se, effettivamente, certe cessioni solitamente vengono fatte in estate, quando i meccanismi devono partire da zero e, soprattutto, quando i due mesi di mercato permettono a chi deve operare di trovare un degno sostituto in tutta calma.
Ora toccherà a Sartori, appunto. D’Alessandro, come detto, può essere l’erede naturale di Moralez, ma la fase offensiva dell’Atalanta ha sicuramente bisogno di qualche ritocco.
Il mercato è aperto.
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