“Mia moglie mi ha detto che vuole lasciarmi e non ci ho più visto dalla rabbia”. Di fronte al collegio giudicante ha provato a spiegare così il suo gesto il 40enne tunisino che nella serata di sabato 19 dicembre ha accoltellato la moglie in una pizzeria dell’hinterland mentre stavano cenando con figli e amici.
Nella mattinata di lunedì 19 dicembre l’immigrato è stato processato per direttissima.
“Sabato sera l’ho colpita al viso con un coltello, ma non ero in me, in precedenza avevo anche assunto delle sostanze stupefacenti”.
Dopo aver sfregiato la donna, con il coltello che si era portato da casa ha minacciato anche due suoi amici intervenuti per difenderla.
L’uomo, con vari precedenti, è fuggito ma si è poi consegnato spontaneamente ai carabinieri di Villa d’Almè: dopo che ha raccontato cosa aveva fatto, è stato arrestato per lesioni e stalking, confessando quanto aveva fatto.
La moglie, che ha rimediato 25 punti di sutura, era presente in aula, assistita dall’avvocato Federico Merelli. Ai carabinieri ha raccontato di pedinamenti, minacce e un’aggressione sul posto di lavoro, avvenuta un mese fa (da qui l’accusa di stalking).
Al termine dell’udienza, il collegio giudicante del tribunale, presieduto dal giudice Vito Di Vita (a latere Federica Gaudino e Stefano Storto), ha accolto la richiesta del
pubblico ministero Maria Esposito e ha convalidato l’arresto dell’aggressore, disponendo nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere.
Il dibattimento riprenderà il 30 dicembre. E’ possibile che il 40enne, difeso dall’avvocato Roberta Barbieri, chiederà il rito abbreviato.
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