“Non è vero, non ho mai pensato di suicidarmi”. Massimo Giuseppe Bossetti alza la voce in aula per replicare alla testimonianza di un collega.
Il carpentiere di Mapello a processo come unico imputato per il brutale delitto di Yara Gambirasio, nel corso dell’udienza di venerdì 18 dicembre per la prima volta ha parlato.
Bossetti si è risentito durante la deposizione di fronte alla Corte d’Assise di Bergamo di Ennio Panzeri, un collega artigiano che ha un’impresa a Monte Marenzo (in provincia di Lecco).
Panzeri stava spiegando l’atteggiamento che Bossetti aveva durante l’orario di lavoro. “Un giorno Massimo aveva annunciato di volersi suicidare – ha detto al giudice Antonella Bertoja – , perché aveva problemi con la moglie Marita”.
È stato a quel punto che l’imputato ha perso la pazienza, e pur non potendo parlare si è alzato in piedi ha urlato: “Non è vero, non è vero, non è vero! Mi state solo denigrando – le sue parole – , state raccontando un sacco di bugie su di me”.
Poi, dopo averlo richiamato, il giudice gli ha dato la possibilità di parlare: “Non è affatto vero, non ho mai detto di essere stato in crisi con mia moglie. Con Panzeri si erano incrinati i rapporti di lavoro, per questo mi chiamava “favola”.
Non c’è solo Panzeri che ha raccontato quella versione dei fati agli inquirenti: diversi colleghi hanno raccontato di atteggiamenti strani di Bossetti in cantiere.
commenta