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La lettera

“Il nuovo multisala di Oriocenter una mazzata per i piccoli cinema”

Gli esercenti delle sale cinematografiche di Bergamo e provincia scrivono a Regione Lombardia, al sindaco Gori, al presidente della Provincia Rossi e ai sindaci della Bergamasca per esprimere tutto il loro malcontento sul nuovo multisala in corso di costruzione ad Azzano San Paolo, nella nuoba ala del centro commerciale Oriocenter. "Un'opera che, se realizzata, contribuirà in maniera determinante all'ulteriore chiusura delle sale in attività nella città di Bergamo e nei comuni limitrofi" scrivono gli esercenti.

Gli esercenti delle sale cinematografiche di Bergamo e provincia scrivono a Regione Lombardia, al sindaco Gori, al presidente della Provincia Rossi e ai sindaci della Bergamasca per esprimere tutto il loro malcontento sul nuovo multisala in corso di costruzione ad Azzano San Paolo, nella nuoba ala del centro commerciale Oriocenter. "Un’opera che, se realizzata, contribuirà in maniera determinante all’ulteriore chiusura delle sale in attività nella città di Bergamo e nei comuni limitrofi" scrivono gli esercenti.

Ecco la lettera.

 

La possibile realizzazione di una nuova struttura cinematografica di 14 sale nel comune di Azzano San Paolo come da accordo di programma per il Polo della cultura e del lusso (sic!) approvato con d.p.g.r. n. 5217/2009 in realtà è una operazione immobiliare strumentale all’ampliamento del centro commerciale Oriocenter, che non tiene conto delle caratteristiche del mercato cinematografico e che, se realizzata, contribuirà in maniera determinante all’ulteriore chiusura delle sale cinematografiche attualmente in attività nella città di Bergamo e nei comuni limitrofi.

L’apertura della nuova multisala di 14 schermi per complessivi 2.500 posti è possibile solo grazie ad una ormai anacronistica deroga prevista dal D.Lgs. del 1998 n.114, che consente l’apertura di strutture cinematografiche fino a 2.500 posti purchè realizzate nell’ambito di centri commerciali, e ad un’assenza regolamentare da parte della Regione Lombardia.

Nel 2004, infatti, lo Stato delega alle Regioni, con il D.Lgs n.28, i criteri per l’apertura di nuove sale cinematografiche “anche al fine di razionalizzare la distribuzione sul territorio delle diverse tipologie di strutture cinematografiche, secondo il principio fondamentale del rapporto tra popolazione e numero degli schermi presenti nel territorio provinciale”.

Nel 2008, la Legge Regionale n.21, all’art.8, stabilisce che le autorizzazioni per l’apertura di nuove strutture cinematografiche non sono richieste per le sale con capienza inferiore a 800 posti. Alla Legge Regionale non farà però seguito un Regolamento attuativo soprattutto per determinare i criteri di apertura delle sale con oltre 800 posti. Nell’area di 5 km dal comune di Azzano, oltre alle 6 strutture per 10 schermi della città di Bergamo (le multisale Conca Verde, Capitol, San Marco, e le monosale Del Borgo, Quoelet e Auditorium), sono in attività il multiplex Uci di Curno (9 schermi) e i cinema nei comuni di Seriate, Zanica e di Stezzano (in questo comune, entro il 2016, è poi previsto un ampliamento del Centro Commerciale “le due torri” con la realizzazione di una nuova struttura cinematografica di 7 schermi per 1.300 posti). Se consideriamo un’area territoriale omogenea, vedi piantina (pubblicata qui sotto, ndr), possiamo constatare che in 35 comuni si contano 40 strutture cinematografiche per 67 schermi offrendo una programmazione cinematografica articolata e variegata, soddisfacendo le diverse tipologie di pubblico.

Nello stesso tempo, come si evince dai dati ufficiali SIAE, nelle sale cinematografiche del nostro Paese il numero di biglietti venduti cinematografici, da quindici anni, oscilla nella fascia dai 95 ai 110 milioni. Pertanto le nuove aperture di complessi cinematografici, quando avviati in territori già serviti da strutture cinematografiche, come è il nostro, hanno evidentemente trasferito il pubblico da una struttura all’altra, favorendo il pubblico più giovane (grazie ai parcheggi gratuiti) ma penalizzando gravemente la frequentazione della popolazione più adulta.

Ecco perché la possibile apertura di un nuovo multiplex di 14 schermi ad Azzano, oltre al negativo impatto sul territorio già molto compromesso sotto il profilo ambientale e viabilistico, porterà inevitabilmente alla chiusura di diverse strutture cinematografiche oggi esistenti, ivi incluse quelle piccole realtà, molte delle quali Sale della Comunità, impossibilitate ad affrontare l’impatto conseguente ad investimenti dettati più da logiche di speculazione immobiliare che di sviluppo del mercato cinematografico. In particolare, a soccombere saranno proprio le sale che, per composizione del pubblico e per consolidata tradizione, privilegiano una programmazione culturalmente elevata, in particolare del cinema italiano ed europeo, con ciò garantendo il rientro degli investimenti statali e regionali nella produzione cinematografica.

In considerazione della L.R. n.21/ 2008 e della mancata regolamentazione regionale, crediamo che possibili nuove aperture debbano essere realizzate avendo come riferimento la normativa nazionale di cui al D.Lgs del 29 settembre 1998 che non sottopone ad autorizzazione strutture cinematografiche fino a 1.300 posti, escludendo il ricorso a deroghe previste solo per favorire lo sviluppo di centri commerciali. Deroghe forse comprensibili nel 1998 ma oggi certamente anacronistiche e non più giustificabili.

Distinti saluti.

Gli Esercenti delle Sale Cinematografiche di Bergamo e del suo territorio

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