Carlo Simoncini, avvocato, contesta la posizione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori sulla revoca della cittadinanza a Benito Mussolini, così come richiesto dall’Isrec.
La petizione dell’Isrec perché sia revocata la cittadinanza onoraria di Bergamo a Benito Mussolini sarà presto discussa in sede di giunta comunale, secondo quanto anticipato dal sindaco.
Il sindaco, da parte sua, ha già annunciato la sua posizione negativa.
Sembra quindi poco probabile che la petizione possa avere successo.
E tuttavia la discussione merita di essere riaperta, perché non si tratta, come qualcuno pensa, di cosa di poco conto, ma si tratta di ragionare di principi fondanti la nostra società.
Nessuno, per la verità, ha potuto sostenere che Mussolini avesse meritato quell’onorificenza.
Le ragioni della posizione negativa si possono in sostanza riassumere così: la storia non si cambia; ciò che è stato deciso in un determinato momento storico resta legato alla realtà presente in quel contesto e quindi non c’è che da prenderne atto, piaccia o non piaccia.
Si tratta di argomenti quanto mai inconsistenti.
Che la storia non si cambia è talmente vero da risultare quasi banale. Ma se è vero che la storia non si cambia è altrettanto vero che la storia non si ferma.
Revocare oggi la cittadinanza onoraria a Mussolini non significa cambiare la storia, cancellare quell’episodio.
Negli annali resterà scritto che la città di Bergamo, nel 1924, aveva conferito la cittadinanza al dittatore e, nel 2015, la ha revocata. Perché se allora l’amministrazione della città simpatizzava per il fascismo ora non é più così.
E comunque si è già verificato – ed è del tutto normale – che un’onorificenza venga revocata se i comportamenti dell’interessato se ne sono dimostrati indegni.
E così è in questo caso.
La petizione dell’Isrec dovrebbe quindi essere accolta con ampio consenso e soddisfazione.
Ci si chiede perché non lo si sia fatto prima. Ma se la cosa era stata colpevolmente dimenticata, ora si può rimediare.
La posizione di chi è contrario, non sospettabile di simpatie per il ventennio, non si spiega dunque su un piano storico, politico o anche solo semplicemente logico.
Sembra invece da attribuirsi a quella prudenza tipicamente bergamasca che vede con sospetto questioni che possono sembrare “scottanti”, che mira prima di tutto al quieto vivere e ad evitare polemiche.
Secondo l’insegnamento del conte zio manzoniano: “sopire, troncare”.
Carlo Simoncini
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