"La vitta e lunga pero corta a chi nn losa a vivere". Sulla pagina Facebook di Arben Vorfi, il 29enne albanese trovato ucciso in casa a Treviglio (Guarda le foto cliccando QUI), compare anche questo post.
La frase, in un italiano non perfetto ma facilmente comprensibile, è stata condivisa il 23 ottobre scorso dalla pagina di Gjergji Gjoni, il ladro albanese di 22 anni ucciso tre giorni prima in una villetta di Vaprio d’Adda dal padrone di casa, il 65enne Francesco Sicignano.
Uno sciagurato presagio che accomuna i due albanesi, che non è escluso si conoscessero anche di persona.
Gli inquirenti al lavoro per dare un nome a chi ha ucciso Vorfi non tralasciano nulla. La pista più calda, al momento, sembra essere quella del regolamento di conti.
Il 29enne, con vari precedenti per furto, in Italia da una decina di anni, dopo la separazione della moglie viveva in un appartamento al primo piano di una palazzina isolata in via Compagnoni, al confine con Castel Rozzone.
In quella casa, spesso, dormiva anche un suo connazionale. E’ stato proprio lui a ritrovarlo cadavere in soggiorno, con almeno tre colpi di pistola, nella tarda serata di mercoledì 18 ottobre.
La porta dell’abitazione era aperta, segno che Vorfi molto probabilmente conosceva chi gli ha sparato.
I carabinieri di Treviglio e Bergamo, coordinati dal pubblico ministero Letizia Ruggeri, stanno scavando nella vita del 29enne per capire se in passato possano esserci state attriti con qualcuno, talmente gravi da far escogitare quella che si può definire un’esecuzione.
Uno dei vari colpi esplosi da chi ha sparato ha perforato la tapparella che dà sul balcone. I vicini di casa, che lo descrivono come una persona educata e che non ha mai creato problemi nella palazzina, avrebbero sentito alcuni colpi, scambiandoli però per botti.