Lo scopo della conferenza è sensibilizzare il concetto di violenza ed educare gli uomini alla consapevolezza dei valori altrui della libertà. Riscrivere la grammatica delle relazioni tra uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo. L’assessore delle Politiche sociali del comune di Bergamo, Maria Carla Marchesi sottolinea che gli individui che subiscono maltrattamenti e violenza non sono solo donne ma anche minori. La realtà diffusa sul territorio Bergamasco sono sia positive che negative, perché la questione è trasversale. Le donne possono uscire dalla situazione in cui si trovano per ricominciare la loro vita. Il linguaggio usato per questa sensibile operazione è diverso e nuovo, agisce sul piano delle emozioni e successivamente sul piano razionale.
Cristiana Ottaviano, docente di sociologia dell’università di Bergamo e autrice del libro “Oltre i destini”, fa una riflessione sul genere del maschile e del femminile, arrivando a sostenere che ognuno dei due sessi possiede caratteristiche che lo differenziano e che spesso mancano al suo opposto. Infatti, si sente spesso parlare di bambini maschi che si trattengono dal “pianto”, perché considerata un’azione appartenente solo alle bambine, e quindi l’assenza delle lacrime simboleggia la mancanza di una parte di sé. In modo analogo le bambine sono considerate dei “maschiacci” se svolgono attività maschili come il calcio o il parkour. Il traguardo da raggiungere prevede che maschi e femmine mostrino i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Il direttore medico Fabio Pezzoli e la dottoressa Antonella Mangili dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno avviato un progetto per aiutare le donne che subiscono violenza, grazie all’aiuto dei numerosi psicologi, medici e infermieri instaurati all’interno della struttura. “In questo ospedale c’è qualcuno che ti accoglie” così la dottoressa accentua come il personale incaricato sia preparato ad accogliere e ascoltare le vittime. Sono disponibili anche ostetriche e ginecologi per le donne in gravidanza, queste ultime hanno la possibilità di collaborare alla realizzazione di un “arazzo” formato da piccoli quadrati di dimensioni 20 cm x 20 cm che verranno poi uniti tra loro con un fiocco riportante il nome delle donne che li hanno fabbricati. Nel 2015, 384 sono i maschi e 369 sono le femmine che si sono rivolti al pronto soccorso. Esiste un elenco di vittime, i cui nomi sono stati inseriti nel protocollo violenza. Sono circa 88. Il 70% di esse sono donne che subiscono maltrattamenti di età compresa tra i 28 e i 48anni. Esiste anche un’area dedicata ai bambini, oggi sono presenti 10 femmine e 4 maschi. L’ospedale ha prodotto dei braccialetti rossi e degli adesivi riportanti lo slogan del progetto “non si picchia per amore”, tutti i medici sono invitati ad indossarli. Il percorso per le vittime è lungo. “Di violenza si può parlare” le donne hanno il bisogno primario di parlare, ma, dopo essere state ascoltate, devono avere il coraggio e la forza di uscire dalla situazione che stanno vivendo. La maggior parte delle vittime sono donne italiane oppure straniere sposate a uomini italiani. La cultura è trasversale. Anche su i bambini il peso è davvero alto. Vedere lo sguardo soffrente dei bambini è una “molla” che fa scattare ad una mamma il coraggio di chiedere aiuto. Sara Modora, coordinatrice del centro anti-violenza, sostiene che al giorno d’oggi sia sempre più diffuso il fenomeno dello stalking, che si manifesta soprattutto al termine delle relazioni; l’associazione e l’ospedale aiutano a capire il pericolo che l’uomo può infliggere a danni emotivi della vittima e si impegnano a infonderle speranza per ricominciare a vivere serenamente all’alba di un nuovo futuro. Per affrontare questi temi di sottile importanza sono stati organizzati eventi che si terranno in giornate diverse. Il primo evento “In cammino contro la violenza” si terrà presso la sala Civica del comune di Brusaporto il 18 novembre alle 20.30 e consisterà nell’incontro informativo sulla violenza di genere.
Il 20 novembre in sala Simoncini sarà allestita la mostra organizzata dal consiglio delle donne con Arci Bergamo.
Il 21 novembre si terrà una camminata lungo le strade dei paesi di Bagnatica, Costa di Mezzate e Montello in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il 24 novembre alle 17.30 si terrà, presso il teatro alle Grazie, lo spettacolo teatrale “Questa casa non è un’azienda” dove si cercherà di cancellare un punto di vista che ormai è radicato nella vita delle donne e di eliminare gli stereotipi che stanno alla base della violenza.
Il 25 novembre si ricorderanno le vittime di violenza e maltrattamento tramite una fiaccolata chiamata “80… voglia di gridare”.
Il 27 novembre sarà organizzata dall’università di Bergamo una conferenza intitolata “Violenza di genere e bullismo omofobico” per evidenziare come il rapporto tra maschio e femmina sia lo stesso esistente tra quello di un bullo e la propria vittima: esiste una gerarchia sociale per la quale il maschio prevale sulla femmina e il bullo sulla propria vittima.
Anna Alberti e Micaela Pantaleo
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