E’ iniziato mercoledì mattina al tribunale di via Borfuro a Bergamo il processo al "killer dei gatti".
Secondo l’accusa l’uomo, un 40enne di Trescore Balneario, avrebbe torturato alcuni gattini dopo averli presi in adozione e avrebbe inviato le immagini delle sevizie agli ex proprietari.
Il giudice Antonella Bertoja ha ammesso al dibattimento come parti civili l’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, il Comitato nazionale dell’Ugda (Ufficio garante diritti animali) ente che raggruppa volontari che si occupano della tutela degli animali, una donna che aveva dato in adozione il proprio animale all’uomo e il Comitato diritto animali Bergamo che ha sede proprio all’interno del territorio.
Fra i testimoni della difesa, rappresentata dall’avvocato Isabella Colombo, è stato ammesso un consulente psichiatrico, il professor Giulio Di Mizio dell’Università Magna Grecia di Catanzaro. L’intenzione del legale è quella di sottoporre il suo assistito, che ha sempre negato di aver torturato i gatti, a una perizia psichiatrica, che potrebbe renderlo non perseguibile penalmente.
Il dibattimento è stato aggiornato al prossimo 23 marzo. Le denunce oggetto del processo sono cinque: due delle vittime avevano anche sporto denuncia contro il 40enne per stalking, perchè l’uomo avrebbe inviato loro continui messaggi e adottato nei loro confronti comportamenti esecutori. I casi di stalking non saranno comunque affrontati nel dibattimento: è in programma infatti, più avanti, un altro procedimento penale. E lo stesso avverrà per le denunce di truffe online subìte da decine di persone che hanno querelato il 40enne per avergli venduto del materiale attraverso annunci su internet, salvo non aver mai ricevuto il relativo pagamento.
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