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L'intervista

Marco Baldini a Grassobbio: “Racconterò le mie paure che m’han fatto fare errori”

Venerdì 23 ottobre Marco Baldini sarà a Grassobbio, ospite della rassegna "Fiato ai libri". Intervistato da Bergamonews, il noto conduttore radiofonico e personaggio televisivo, storica spalla di Fiorello, spiega: "Racconterò i momenti drammatici che ho vissuto ma anche gli aneddoti comici della mia carriera".

"Non ho ancora trovato la serenità, ma credo di essere sulla strada per raggiungerla". Con queste parole Marco Baldini racconta a Bergamonews i suoi sforzi per risalire la china dopo le difficoltà che ha vissuto negli ultimi anni. I momenti drammatici, ma anche gli aneddoti comici della sua carriera saranno al centro dell’ultimo incontro dell’edizione 2015 della rassegna "Fiato ai libri", che si tiene venerdì 23 ottobre alle 20.45 a Grassobbio, nella sala polivalente comunale, con ingresso libero sino a esaurimento posti.

Nel corso della serata, sarà possibile ascoltare brani de "Il giocatore", libro scritto dallo stesso Baldini con impronta autobiografica. A interpretarli, la compagnia teatrale "Aedopop – Teatro lettura", con Giorgio Personelli (voce), Pierangelo Frugnoli (chitarra) e Daniele Ghisleri (tastiere ed elettronica).

Il protagonista sarà lui, Marco Baldini, che spiega: "Il tema non è solamente quello del gioco, ma quello di un ‘inciampone’ che in questo caso si chiama gioco ma avrebbe potuto chiamarsi droga, pigrizia mentale o autodistruzione". Lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Come sta Marco Baldini oggi?

È una bella domanda. Mi sto sforzando di essere un bravo ragazzo, ma mi rendo conto che è veramente difficile. Sto cercando di "mettere la testa a posto", non tanto per quanto riguarda il gioco, ma per altri errori di carattere psicologico che ancora faccio. Spero finalmente, all’età di 56 anni, di crescere e di raggiungere quella maturità che sto rincorrendo ormai da tanti anni.

E cosa le ha impedito di raggiungerla?

Alla base di tutto c’èra forse la paura. La paura di non essere altezza dei miei colleghi della radio, che erano già ricchi e famosi e dunque pensare che il gioco fosse una scorciatoia; la paura, una volta entrato in questo in questo tourbillon di eventi, di confessare il mio errore e di finire sui giornali ed essere additato come un caso di pubblico dominio; la paura di reagire di fronte a certe minacce che mi venivano rivolte e che non avevano nessun senso; la paura di perdere amicizie e affetti confessando quello che ero diventato. Il problema più grosso è stato convivere, affrontare e cercare di debellare la paura: finchè non si sta bene con se stessi si cerca l’approvazione degli altri si ha paura. Quest’ultima diminuisce quando non ti interessa più del giudizio degli altri e cerchi di stare bene con te stesso.

Come è passato da questa paura al gioco?

In realtà il gioco non era altro che un errore psicologico molto banale: pensavo che giocando mi sarei potuto arricchire. Ed è l’errore più banale, perché poi ti rendi conto che non è così e commetti un errore ancora più grossolano: cercare con la stessa arma che ti ha messo sul lastrico, il gioco, di rifarti. Così aggiungi errore su errore, con effetti devastanti.

Quando si è accorto che la situazione stava diventando insostenibile?

Nel 1997/1998 mi sono voltato all’indietro per vedere cosa avessi combinato e mi sono accorto che avevo accumulato quasi 10 miliardi di lire di debiti. In quel momento ho cominciato a rendermi conto della situazione e, alla fine del 1999 ho lasciato Milano. Sono andato a Firenze per un anno e nel 2001 mi sono recato a Roma. Non c’è stato un vero e proprio evento scatenante, è come smettere di fumare, un giorno ti alzi e butti il pacchetto di sigarette: ti rendi conto che tu non sei tutto quello e ne vuoi uscire, così carichi l’automobile dell’indispensabile e te ne vai.

Perché si è trasferito proprio a Roma?

A Roma c’era il mio ex capo scout di Firenze, Sergio Valzania, che era diventato direttore di Radio2 e che mi aveva chiesto se avessi voluto lavorare là: non me lo son fatto ripetere due volte. Fiorello, che nel frattempo si era trasferito a Roma, mi ha ascoltato in onda da solo su Radio2 e mi ha proposto di rifare quello che facevamo negli anni Novanta su Radio Deejay, Viva Radio Deejay. Così è nata VivaRadio2 e con lui c’è stata una grande complicità professionale. Poi, ho incontrato la donna che sarebbe diventata mia moglie nel 2002 e ho cercato di dare un ordine alla mia vita.

A Roma è riuscito subito a ricominciare?

Beh, no. Quando avevo quasi finito di pagare i debiti di 5 milioni di euro, Fiorello sentiva che avremmo dovuto fermarci un po’ e ho avuto problemi di carattere finanziario perché con lui si arrestava il motore principale di tutto il risanamento finanziario. Avevo improntato la mia carriera sul lavoro con Fiorello e mi sono trovato spiazzato. Allora mi sono dovuto reinventare. Nel 2009 ho partecipato al reality “La Fattoria”, ho vinto e ho devoluto il montepremi ai terremotati de L’Aquila, perché il terremoto in Abruzzo era appena accaduto. Poi, sono andato a Radio Kiss Kiss, nella sede di Roma, e in quel periodo ho dato lavoro a 4 persone, ma successivamente ha chiuso. Così, per una serie di sfortunati eventi, nel 2011, ho avuto una ricaduta, non nel gioco ma nelle difficoltà e tuttora sto cercando di uscirne.

Come mai si è sciolta la coppia con Fiorello tanto apprezzata dal pubblico?

Per il 2009 non ne ho la più pallida idea, dovrebbe chiederlo a lui: probabilmente secondo Fiorello era giunto il momento di interrompere. Invece, nel 2013 ho deciso io, per motivi strettamente personali. Non ci parliamo da un anno, più precisamente dal novembre dell’anno scorso.

E quali sono i suoi progetti per il futuro?

Nel 2009 ho smesso di giocare, eccetto il Superenalotto una o due volte per settimana per 6 euro, e sto cercando di superare il periodo difficile abbracciando nuovi progetti e di lavorare da solo. Al momento ne anticipo uno concreto: una trasmissione tv che andrà in onda da Salsomaggiore, una via di mezzo tra la rievocazione culturale e il programma comico. A condurlo sarà lo scrittore e personaggio televisivo Andrea Villani e io sarò il “disturbatore”. Non è escluso che anche Gene Gnocchi possa "entrare nella partita".

Nel periodo difficile, chi le è rimasto accanto?

Quando sei in difficoltà sono poche le persone che ti stanno vicino. Mi sono rimasti accanto soprattutto la mia ex moglie, con cui ho un ottimo rapporto, e Sergio, un mio amico intimo di Roma. Nel tempo, poi, ci sono state persone che mi hanno dato una mano, come Linus, Giancarlo Magalli e Pino Insegno, mentre gli altri mi hanno mollato.

Voltando pagina, come sarà la serata a Grassobbio?

Racconterò i momenti drammatici che ho vissuto, ma anche quelli comici della mia carriera. Parlerò di come mi sono divertito con Fiorello e dei personaggi che ho conosciuto. Mi racconterò con autoironia, un aspetto che mi ha salvato: non parlerò solo del gioco, altrimenti diventa una delle tante puntate dei programmi scandalistici. Il primo monito che vorrei comunicare è che sbagliare è un attimo e puntare il dito è pericoloso perché, come diceva mio nonno, "la vita è una tempesta e prenderla nel secchio è un lampo".

Per concludere, cosa consiglia a chi sta vivendo i suoi stessi problemi?

Consiglierei di chiedere aiuto quando si ha il sentore che si stia cadendo in un tunnel, in modo da non precludere la possibilità di farsi aiutare, altrimenti il rischio è quello di finire in un baratro, una voragine da cui è difficile uscire. 

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