Il presidente del Consiglio Matteo Renzi pensa a rilanciare i consumi e nella prossima Legge di stabilità ha già in programma di portare a 3mila euro, contro gli attuali mille, l’uso dei contanti. Una misura che fa storcere il naso a non pochi.
A Bergamo l’avvocato Enrico Felli, specializzato in diritto commerciale e fallimentare – socio dello studio R.&P. Legal-, nonché esponente del Partito Democratico va dritto al cuore del problema: “Onestamente non se ne sentiva l’esigenza di fronte a logiche politiche che non appartengono ai valori del Partito Democratico – esordisce –. Mi sembra che a livello di estetico, diciamo pure di immagine, questa scelta sia negativa. L’uso del contante facilita l’evasione e l’illegalità, due nemici che come Pd siamo tenuti a combattere e a sconfiggere per una questione di equità sociale”.
Felli rammenta che proprio a Bergamo è stata lanciata il 4 maggio scorso la “Cashless City, che ha visto la nostra città capofila, con obiettivi precisi: tagliare l’uso del contante, incrementare l’incidenza dei pagamenti elettronici, assicurare vantaggi economici alla comunità come la lotta all’evasione e la tracciabilità”.
La misura del Governo punta a far ripartire l’economia.
“Chi oggi ha una disponibilità di tremila euro in contanti e vuole fare acquisti può comunque disporre di tutti gli strumenti che la tecnologia offre: bancomat, carte di credito, carte prepagate che sono sicure e permettono una tracciabilità necessaria per evitare l’evasione fiscale – prosegue Felli –. Non si deve cedere a facile chimere, e seppure io sia renziano e condivida molte delle scelte del Governo, vedo questa misura economica come un arretramento di posizioni etiche che stanno alla base del Partito Democratico. La tracciabilità non la temono le persone oneste che oggi, come ieri, possono tranquillamente comprare generando e rinsaldando, con alcune forme come i pagamenti con carte di credito, quel rapporto fondamentale di fiducia che sta alla base tra i cittadini e chi li amministra e li governa”.
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