Dopo le ricostruzioni delle indagini, il processo ai danni di Massimo Giuseppe Bossetti riprende oggi, mercoledì 7 ottobre, con la deposizione di Cristina Cattaneo e Luca Tajana, l’anatomopatologa forense e il suo assistente che si erano occupati dell’autopsia sul cadavere di Yara Gambirasio.
I risultati della consulenza dell’esperta, un centinaio di pagine con dati, rilievi e analisi, erano state consegnate in procura dopo un lungo lavoro, con diversi sopralluoghi nel campo di via Bedeschi a Chignolo d’Isola in cui il 26 febbraio 2011 venne ritrovata morta la ginnasta tredicenne scomparsa tre mesi prima a Brembate Sopra.
Secondo la relazione, nessuna delle lesioni sul suo corpo erano state di per sé mortali: a uccidere Yara, dopo che era stata abbandonata gravemente ferita quella sera, sarebbero stati come concause il freddo e gli stenti. Quando l’assassino l’ha lasciata in quel terreno, quindi, la ragazzina era ancora viva, seppur in gravi condizioni. Questa, in estrema sintesi, la conclusione della relazione che l’anatomopatologa forense aveva consegnato alla procura.
Quello, con altri particolari e immagini di quell’esame, che spiegherà in aula di fronte alla corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, al pubblico ministero Letizia Ruggeri e agli avvocati dei genitori di Yara e di Massimo Bossetti, che assisterà all’udienza.
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