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L'intervista

“Io, nazista dell’Illinois un anno in piazza per i diritti di tutti”

Arrestato perché vestito per provocazione da nazista dell'Illinois, citazione del film Blues Brothers, durante una manifestazione delle Sentinelle in piedi: esattamente un anno fa la storia di Giampietro Belotti ha fatto il giro del web. Lo abbiamo intervistato a un anno dalla disavventura.

Arrestato perché vestito per provocazione da nazista dell’Illinois, citazione del film Blues Brothers, durante una manifestazione delle Sentinelle in piedi: esattamente un anno fa la storia di Giampietro Belotti ha fatto il giro del web. Portato in questura dalla digos, è stato rilasciato poco dopo, ma la sua disavventura era già stata condivisa da migliaia di persone attraverso Bergamonews contribuendo a sollevare un acceso dibattito sulla legittimità dei presidi delle Sentinelle in piedi contro l’estensione dei diritti a persone omosessuali.

Cosa è cambiato in un anno? “In questo momento un anno fa c’era parecchia ansia dovuta alle questioni legali. Poi è finita senza problemi quindi posso ricordare con il sorriso. All’epoca era nato tutto come una piccola presa di posizione personale: non volevo starmene zitto. Da quel giorno questo principio è diventato importante non solo per me, ma per un sacco di altre persone. Tantissimi mi hanno invitato a scendere in piazza con loro per impegnarsi”.

Quindi la scintilla dell’attivismo, dopo l’esplosione del caso, è scattata in altre persone? “Sì, molti di quelli che se ne sarebbero stati a mugugnare dal divano hanno deciso di prendere il coraggio a due mani e manifestare. Dal punto di vista personale quella vicenda mi ha permesso di conoscere tanta gente. Il mio impegno è cambiato perché non è più estemporaneo, ma continuo”.

In quali piazze hai sfoggiato l’ormai celebre vestito del nazista dell’Illinois? “Ovviamente Bergamo in più occasioni, ma anche Milano, Varese, Senigallia, Padova, Napoli, Firenze”.

Molti ti hanno riconosciuto? “Sì. E’ stato abbastanza imbarazzante. Il mio animo da bergamasco puro fa a cazzotti con la notorietà. Però insomma, se ne è valsa la pena per coinvolgere tanta gente va bene”.

Bergamo invece come è cambiata, se è cambiata? “Siamo in una città abbastanza contraddittoria. Bergamo è stata la prima, dopo Brescia, a ospitare le manifestazioni delle Sentinelle in piedi. Con tutto quello che ne consegue. Ma allo stesso tempo è una realtà in cui c’è più contro queste posizioni. Quindi è difficile da decifrare”.

Una curiosità. Hai incontrato di nuovo gli agenti che ti hanno fermato un anno fa? “Sì, una sera ho preso parte a un’assemblea indetta a Gorlago contro la fantomatica minaccia gender. Roba che per parlare della legge 194 venivano mostrati bimbi rinchiusi ad Auschwitz. Lì per lì mi sarei voluto alzare e urlare “siete solo razzisti”. Invece ho chiesto la parola e ho esortato tutti a cercare in qualsiasi motore di ricerca “teoria gender bufala” per verificare tutte le fonti possibili. Sono stati aggredito e insultato, poi è sbucato da dietro una persona che mi ha infilato una mano sotto il braccio e mi ha accompagnato fuori dalla sala. Mi sono voltato e ho avuto un’incredibile deja vu. Era lo stesso agente della digos di un anno da. Gli ho detto: dobbiamo smetterla di incontrarci così. Andiamo a mangiarci una pizza piuttosto”.

Sulla tua Fanpage di Facebook hai migliaia di contatti. Che tipo di commenti ricevi? “Un esempio tipico, ma concreto. Un giovane consigliere comunale di estrema destra mi ha detto di avere un amico gay convinto del fatto che le persone omosessuali come lui non possano adottare figli. Anche io se guardo Malgioglio in tv mi convinco che non possa adottare nemmeno un chihuahua . Però non guardo al singolo, scendo in piazza per i diritti di tutti”.

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