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Sanità

L’ospedale di S. Giovanni perde servizi, ma pianifica il futuro con Bergamo

Nel giorno in cui la struttura brembana perde anche la reperibilità del ginecologo in orario notturno sono iniziati i colloqui col direttore generale del Papa Giovanni XXIII, azienda alla quale verrà afferito San Giovanni Bianco con la riforma sanitaria.

Dopo la contestatissima chiusura del punto nascita, un nuovo duro colpo è stato inferto giovedì 1 ottobre all’ospedale di San Giovanni Bianco con la cessata reperibilità del ginecologo in orario notturno: una sospensione che era già stata decisa e programmata nel piano da sempre osteggiato dagli amministratori locali a suon di raccolte firme, comitati e appelli al mondo politico.

Nel marzo scorso, dopo la già citata chiusura del punto nascita e l’accorpamento dei reparti di Ginecologia e Chirurgia, 34 dei 27 sindaci che siedono nella Comunità Montana Valle Brembana avevano posto la propria firma sulla richiesta di dimissioni del direttore dell’azienda ospedaliera di Treviglio Cesare Ercole e del direttore medico dell’ospedale di San Giovanni Bianco Stefano Zenoni.

I sindaci brembani da anni chiedono il potenziamento della struttura che, al contrario, è sempre stata teatro di soppressioni e razionalizzazioni di servizi: secondo gli amministratori la causa principale è da ricercare nella lontananza con l’Azienda Ospedaliera di Treviglio, alla quale fa capo San Giovanni Bianco, e la speranza è sempre stata quella di essere afferiti al Papa Giovanni XXIII di Bergamo o comunque ad un’altra azienda più vicina.

E la riforma della sanità lombarda, in questo senso, li ha accontentati: venerdì 2 ottobre per la prima volta il direttore generale dell’ospedale di Bergamo Carlo Nicora ha incontrato dirigente e amministratori per iniziare a pianificare lo sviluppo della struttura brembana.

“Un punto di partenza per costruire il futuro – commenta il sindaco di San Giovanni Bianco Marco Milesi – L’amministrazione è soddisfatta perchè nella riforma si è tenuto conto della voce del territorio: da qui deve partire il nostro rilancio, è solo il primo passo ma significativo per dare avvio al nuovo corso che permetta finalmente all’Ospedale Civile di tornare a erogare i propri servizi per i cittadini della Valle”.

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