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“Ubi spa: incomprensibile la scelta di convocare così in fretta l’assemblea”

Antonio Deleuse Bonomi, presidente dell'associazione "Ubi Banca Popolare!", interviene sui ricorsi su cui si pronuncerà ai primi di ottobre il Tar in merito alla trasformazione delle banche popolari in Spa.

Antonio Deleuse Bonomi, presidente dell’associazione "Ubi Banca Popolare!", interviene sui ricorsi su cui si pronuncerà ai primi di ottobre il Tar in merito alla trasformazione delle banche popolari in Spa.

L’Associazione da me presieduta attende con forte interesse l’esito delle decisioni del TAR Lazio sulle domande di sospensione cautelare dei provvedimenti emanati da Banca d’Italia in attuazione della legge di riforma delle banche popolari di cui al D.L. 3/2015.

I ricorsi che mirano alla dichiarazione di illegittimità delle disposizione secondarie di attuazione della riforma emanate dalla Banca d’Italia e nei quali viene sollevata la questione di illegittimità costituzionale del D.L. 3/2015, sono fondati sui medesimi argomenti sollevati dalla nostra associazione già nel corso dell’ultima assemblea di approvazione del bilancio, con specifici interventi del Presidente e del Vicepresidente Doriano Bendotti, nonché nelle successive dichiarazioni pubbliche.

L’accoglimento delle istanze di sospensione e comunque l’accoglimento dei ricorsi nel merito confermerebbero le criticità della trasformazione di UBI e delle altre banche popolari soggette alla riforma, così come da sempre sollevate ed argomentate dall’Associazione UBI Banca Popolare!.

Sotto altro aspetto la volontà della maggioranza del Consiglio di Sorveglianza di accelerare la trasformazione in Spa, con il rischio di condizionare l’esito della convocata assemblea alle decisioni del Giudice Amministrativo, è del tutto incomprensibile e sfugge da ogni logica.

Ben avrebbe operato UBI infatti attendendo il consolidarsi delle norme e dei regolamenti, prima di procedere alla trasformazione, conformandosi quindi alle scelte di tutte le altre banche popolari colpite dalla riforma, che ben si sono guardate dal compiere passi affrettati consapevoli che il termine massimo concesso loro per adeguarsi alle novità legislative è di diciotto mesi dall’entrata in vigore dei regolamenti attuativi che risale solo al 9 giugno 2015. 

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