Spende poche parole, ma non ne ha bisogno: a scaldare il pubblico ci pensano già le note del suo pianoforte. L’etichetta di ‘one man band’ calza a pennello se affibbiata a Raphael Gualazzi. Il cantautore marchigiano, coadiuvato da un ensemble di raffinata qualità, ha intrattenuto per oltre un’ora e mezza i 1.500 spettatori accorsi in piazza Giacomo Carrara, nello spazio antistante la pinacoteca; confermando quell’attitudine che lo vuole artista da palcoscenico ancor più che da sala d’incisione. Un’ora e mezza di concerto a spasso tra le sonorità tipiche dello swing e del pre-jazz, nell’humus della musica d’oltreoceano tutta. Dai rag-time di Saint Louis e New Orleans, alle calde vibrazioni del soul e del rhytm and blues.
Un melting pot musicale dall’affascinante gusto retrò, tradotto nel tipico linguaggio del musicista di Urbino, tra amarcord di Duke Ellington, Paolo Conte, Fred Buscaglione, Tom Waits ma anche dei più moderni Jamiroquai e Ben Harper. Ce n’è per tutti i gusti in questo "Jazz me up Summer Tour" promosso dall’atipica star sanremese: dalle rivisitate cover di Charlie Parker ("Crazeology"), Ray Charles ("This Little Girl Of Mine") e Bessie Smith (Gim’Me a Pigfoot") a quelle di John Lennon ("Imagine") e persino dei Creedence Clearwater Revival ("I Heard It Trough The Grapevine"), giusto per sottolineare ancora una volta l’enorme spettro d’influenze che abbraccia il repertorio gualazziano.
Dalle cover si passa poi alla materia prima, ovvero i brani self-made che hanno reso Gualazzi uno degli artisti italiani più apprezzati e in voga all’estero: dal climax di "Reality and Fantasy", "Follia d’Amore" e "Lady O", a "Sai (Ci Basta Un Sogno)", "Legba" e "A French Cartoon".
Dopo il dj set con Elijiah Wood – la star di Hollywood protagonista de "Il Signore degli Anelli" prestata a mixer e vinili – l’Accademia Carrara ripropone con successo lo stesso format: oltre ai 1.500 che hanno affollato via San Tomaso per assistere alla performance di Raphael Gualazzi, più di 500 sono stati gli ingressi registrati in pinacoteca a fine serata. E se non c’è due senza tre…
Fabio Viganò
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