Il primo grande giro non si scorda mai: Fabio Aru è re di Spagna, leader della Vuelta e autore di un’impresa straordinaria che gli permette di salire sul gradino più alto del podio di Piazza Cibeles a Madrid al termine della passerella finale di domenica.
Lo scalatore sardo di San Gavino Monreale ha rotto la resistenza di Tom Dumoulin, un duro che si era preso la maglia rossa con una cronometro esemplare e altri spiccioli di secondi nella tappa di venerdì, con un’azione delle sue, a 50 chilometri dal traguardo della Cercedilla: alla fine l’olandese è crollato, piombando a 3 minuti e 46 secondi di distacco in classifica generale dove Aru ha messo in fila Joaquin Rodriguez e Rafal Majka, oltre a Quintana e Valverde.
Un piccolo grande orgoglio anche per Bergamo, sua terra adottiva che lo ha fatto crescere e portato nel ciclismo che conta: nel 2009 il ds del Team Palazzago Olivano Locatelli ha il colpo di fulmine al Giro della Lunigiana, quando il sardo era solamente un atleta di ciclocross che stava correndo per caso quella corsa.
In maglia Palazzago Aru dà spettacolo nei dilettanti Under 23, conquistandosi un contratto con la formazione kazaka dell’Asta: un tappa al Giro d’Italia nel 2014, due alla Vuelta, altre due al Giro di quest’anno.
Poi il grande salto, quello che distingue i gregari dai capitani: Aru sfila da re a Madrid, la sua prima Vuelta non la scorderà mai.
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