• Abbonati
L'intervista

Andrea Vitali a Sovere “Con Eschilo racconto i drammi della società”

Sabato 12 settembre a Sovere lo scrittore Andrea Vitali interpreta una rivisitazione della tragedia di Eschilo "Prometeo incatenato". Ad accompagnarlo, nella serata che rientra nella rassegna Fiato ai libri, sarà la musica dei Sulutumana. Intervistato da Bergamonews, l’autore spiega: “È una tragedia ricca di spunti di riflessione attuali”.

“Con Eschilo racconto i drammi della nostra società”. Con queste parole lo scrittore Andrea Vitali evidenzia l’attualità di “Prometeo incatenato”, la tragedia di Eschilo, della quale proporrà una rivisitazione dal titolo “Durante la notte e il mattino”, in occasione del prossimo incontro della rassegna Fiato ai libri. L’appuntamento è sabato 12 settembre alle 20.45 a Sovere, nel cortile di palazzo Silvestri, con ingresso libero. In caso di maltempo, invece, l’evento si terrà all’auditorium civico. Ad accompagnare le sue parole, sarà la musica dei Sulutumana. Abbiamo intervistato l’autore per conoscere meglio i temi al centro dell’esibizione.

Cosa prevede il programma della serata?

"La serata avrà un momento legato alla rappresentazione di una rivisitazione in parole e musica della tragedia di Eschilo ‘Prometeo incatenato’, ma non mancherà spazio al confronto con gli spettatori. L’esibizione, dotata di una notevole suggestione sul pubblico, si basa su alcuni spunti emersi da questa opera e, in modo particolare, dalla figura di Prometeo".

E quali aspetti l’hanno colpita maggiormente?

"Innanzitutto l’etica e la morale di Prometeo, la sua determinazione e il suo amore per l’uomo. Il dono del fuoco permetterà agli esseri umani di sopravvivere in un mondo ostile ma, soprattutto, cela all’uomo la coscienza di avere un destino mortale. Questa è la suggestione più forte che ho ricavato, ma se ne possono individuare anche altre, come l’incarnazione del potere da parte di Zeus, che “non guarda in faccia a nessuno” e che, per amore dell’uomo e per fedeltà a se stesso, al suo credo morale ed etico, non cede a lusinghe e minacce. Nello spettacolo racconteremo in termini più moderni queste suggestioni".

Dunque, ci saranno riferimenti all’attualità?

"Si, nelle opere di Eschilo si possono trovare elementi molto attuali, anche se raccontati con i costumi, la lingua e la cornice dell’epoca. Al di là del testo in sé, i contenuti forniscono spunti di riflessione sul nostro tempo. È possibile coglierli in "Prometeo", ma anche in altre opere di Eschilo, come la tragedia de ‘Le supplici’, che contengono riferimenti sul tema delle migrazioni".

Cosa pensa sul dramma dei migranti?

"È un argomento delicatissimo e credo che non ci si debba limitare a cedere alla suggestione. Nei giorni scorsi, ad esempio, la televisione ha mostrato le immagini degli automobilisti austriaci che davano passaggi ai migranti fermi alla frontiera ungherese dopo che Austria e Germania hanno aperto i confini. Indubbiamente è stato un bel gesto di solidarietà, ma non vorrei che si esaurisse solo in quel momento. Infatti, non bisogna dimenticare che queste persone hanno necessità alimentari e igieniche quotidiane: non basta un aiuto estemporaneo, ma è necessario far sì che possano avere condizioni di vita dignitose, altrimenti ne approfittano i mercanti del lavoro nero o la criminalità organizzata. L’ideale sarebbe vivere in un mondo in cui non ci siano persone costrette a lasciare il proprio Paese, ma è difficile raggiungere un obiettivo di questo genere".

L’accoglienza e la solidarietà stanno molto a cuore a Papa Francesco. Le piace?

"Personalmente, preferivo il pontefice precedente. Vede, in questi casi sono un po’ manicheo e penso che, rappresentando il divino, la figura del Papa dovrebbe essere più distante, che non significa superbo ma mantenere un certo distacco".

Altro tema di Eschilo è la morte: cosa pensa della foto del bimbo morto sulla spiaggia turca?

"Secondo me quell’immagine non avrebbe dovuto essere mostrata perché viola la dignità e la tragedia della morte di un bambino. Insomma: vedi la foto, ti vengono due lacrimucce e poi? Dopo la commozione, il problema resta: quanti altri bambini sono morti? Lui è stato rinvenuto su una spiaggia, ma tanti altri sono scomparsi nello stesso modo e nessuno ha versato nemmeno una lacrima? Non c’è bisogno di fotografie per sapere che quella gente muore in mare, ma occorre far sì che non muoiano più".

Oggi però la cronaca nera sembra dominare…

"Guardi, su questo argomento ho un’opinione simile a quella relativa al dilagare dei tatuaggi negli ultimi anni. Ritengo che siano il segnale di una società in cui gli individui cercano di emergere rispetto agli altri con segni esteriori, dimenticando che esiste un’anima, o una psiche, che si potrebbe esprimere meglio di qualsiasi tatuaggio o tacco 12, magari malportato perché chi lo calza non ne è capace, ma lo indossa per farsi notare. Si dimentica l’interiorità a vantaggio di ciò che appare. Attaccarsi alla cronaca nera, il peggio della natura umana, è come saziarsi degli spettacoli dei gladiatori, significa godere del male altrui, spesso spinti dal desiderio di una giustizia sommaria, per motivi più o meno comprensibili".

Per concludere, quali sono i suoi progetti per il futuro?

"A fine ottobre uscirà il mio nuovo libro, intitolato ‘La verità della suora storta’, ma sto già lavorando a un’altra storia. Inoltre, mi sto dedicando alla lettura, per ricaricare le batterie dopo un’estate ricca di incontri e appuntamenti".

Paolo Ghisleni

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI