Mercoledì ben quattro ragazzi sono stati salvati dall’annegamento, quasi contemporaneamente tra le quattro e le cinque, a Fara e a Villa d’Adda, lungo l’omonimo fiume.
Sono accorsi pensionati, stranieri, gente del luogo: conoscono il fiume e le zone pericolose, ma soprattutto rispettano i divieti di balneazione.
A Fara, una ventenne bengalese si è buttata per salvare il cugino Fabian, di 16 anni, che si era tuffato dalla ‘puncia’, l’area del fiume divenuta famosa per gli annegamenti. Ma anche lei ha rischiato di finire sott’acqua. Così altre tre persone hanno dimostrato generosità e coraggio calandosi nel fiume per soccorrerli: Benedetto Cavalli, pensionato di 73 anni, la madre della ventenne, e un albanese che si è dileguato dopo il salvataggio.
Chi abita a Fara o frequenta quella zona conosce la ‘puncia’: c’è un “punto maledetto” perché l’acqua sembra bassa, ma in realtà vi è una buca di quattro metri. Le forti correnti trascinano sott’acqua chi non conosce il pericolo.
Prithila è stata trasportata all’ospedale di Treviglio, per accertamenti, mentre Fabian è rimasto con i parenti.
Le zone pericolose sono segnalate da cartelli di divieto, cartelli che a quanto pare tre ragazzini senegalesi di 11, 13 e 15 anni non hanno visto a Villa d’Adda.
Il maggiore si è buttato per salvare il più piccolo, mettendo così a rischio anche la sua vita. A quel punto il tredicenne ha chiamato aiuto e sono accorsi due quarantenni, del luogo e li hanno riportati a riva sotto gli occhi di tanti che hanno assistito alla tragedia scampata e si sono poi complimentati con questi eroi.
Il 15enne è stato portato d’urgenza all’ospedale di Merate: è rimasto in acqua per lungo tempo ed è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
commenta