"La ’ndrangheta colonizza molte zone del Nord Italia, tra queste anche Bergamo". In un’intervista a Il Tirreno, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti traccia un bilancio a due anni dalla nomina.
"Le ’ndrine hanno colonizzato Lombardia, Piemonte, Emilia e registriamo infiltrazioni, da queste regioni, anche nel Veneto dove ci sono indagini in corso. Ma sono ovunque, dal Canada all’Australia, un fenomeno gravissimo".
Non basta forse la relazione del numero uno dell’Antimafia per descrivere "una delle organizzazioni criminali più pericolose del pianeta e nonostante i colpi assestati dalle procure, nettamente la più forte". "Mafia capitale è il nuovo volto, è autoctona ma ha mutuato stile dalle mafie tradizionali, con una forza corruttiva in più: la violenza come “carta di riserva”".
Dati sul potere dei clan calabresi?
"A differenza delle altre organizzazioni che ricavano parte consistente dei propri ricavi nella regione di origine, i ricavi della ’ndrangheta provengono dalla Calabria solo per il 23%, dal Piemonte il 21%, dalla Lombardia (16%) dove il fenomeno è gravissimo ed è stata accertata l’incidenza a Pavia, Varese, Como, Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona, dall’Emilia-Romagna (8%), dal Lazio (7,7%) e dalla Liguria (5,7%). Quindi, il 50% dal Nord-Ovest. Le estorsioni forniscono il 45% dell’importo delle mafie, seguite da droghe (23%), usura (10%), contraffazione e sfruttamento sessuale. La ’ndrangheta è così potente anche per la sua unitarietà. Le altre arretrano. I broker di Scampia riescono a trattare droga con i colombiani ma sono nettamente inferiori ai clan calabresi che controllano il traffico".
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