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Le reazioni/2

Italcementi, i sindacati: “Non è alleanza: Bergamo succursale dell’impero”

Sorpresa mista a tanta preoccupazione nelle parole dei sindacati, sull'attenti dopo la cessione ai tedeschi di HeidelbergCement: “La crescita riguarda anche Bergamo e la sua occupazione? Chiediamo garanzie per lavoratori e centri di ricerca e sviluppo”.

Un fulmine a ciel sereno, che scombussola il panorama industriale bergamasco e che preoccupa i sindacati per le possibili ricadute occupazionali sul territorio: la voce delle segreterie orobiche di Cgil, Cisl e Uil è quasi un coro che già a voce alta chiede maggiore chiarezza sulle finalità e sulle prospettive derivanti dalla cessione di Italcementi al gruppo tedesco HeidelbergCement. Un passaggio di mano che ha portato nelle tasche della famiglia Pesenti qualcosa come un miliardo e 666 milioni di euro e che ha dato vita al primo gruppo mondiale degli aggregati, il secondo nel cemento e il terzo nei calcestruzzi.

Per rassicurare le organizzazioni sindacali non sono bastate, evidentemente, le parole del presidente di Italmobiliare Giampietro Pesenti e dell’amministratore delegato Carlo Pesenti che avevano parlato di soluzione ottimale per entrambe le società in termini di sviluppi futuri e creazione di valore, grazie alla perfetta complementarietà che porterà continuità e crescita.

Che Bergamo perda le redini di una società così importante non può far piacere – commenta il segretario generale della Cisl di Bergamo Ferdinando Piccinini – E’ stata una grande sorpresa e allo stesso tempo è grande la preoccupazione per le prospettive future, in particolare per il polo centrale ricerca e amministrativo di Bergamo. Chiederemo subito un incontro anche a livello nazionale per capire come verranno gestite ora le tematiche legate al lavoro e alla partecipazione, in un gruppo che non ha mai fatto delle relazioni sindacali il proprio punto di forza”.

Deciso il commento del segretario della Cgil Luigi Bresciani: “In un mondo globalizzato allearsi e diversificare è un passaggio quasi obbligatorio ma qui non si tratta di un’alleanza paritaria: qui non è Italcementi che va con Heidelberg ma è Heidelberg che si prende Italcementi. L’Italcementi come la conosciamo noi in questo modo scompare: c’era nell’aria qualche voce di accordi ma non pensavamo ad un’accelerazione di questo tipo. Dicono che l’operazione garantirà uno sviluppo futuro: ma questo sviluppo arriverà anche a Bergamo e coinvolgerà l’occupazione? Il problema non sono tanto le cementerie quanto piuttosto la ricerca e lo sviluppo: che fine faranno? Sono queste le garanzie che chiederemo e lavoreremo affinchè il territorio non si impoverisca: le decisioni d’ora in poi si prendono in Germania, Bergamo diventa una succursale, una provincia dell’impero”.

C’è tanta preoccupazione, soprattutto per l’occupazione, anche alla Uil: “Abbiamo appreso della cessione dai giornali, un fulmine a ciel sereno – commenta il segretario generale Amerigo Cortinovis – : teniamo alta la guardia a livello occupazionale, vogliamo capire come è stata fatta l’operazione, con quali finalità e quali ricadute ci saranno sul territorio. Le categorie hanno già chiesto un incontro, durante il quale proveremo a rispondere a tutte queste domande”.

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