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Il caso

Yara, Massimo Bossetti ha tentato di suicidarsi in carcere con una cinghia

L'episodio sabato sera nel carcere di via Gleno a Bergamo, dove si trova rinchiuso da oltre un anno con l'accusa di aver rapito e barbaramente ucciso la tredicenne Yara Gambirasio

Massimo Giuseppe Bossetti ha tentato di togliersi la vita. Lo ha fatto sabato sera nel carcere di via Gleno a Bergamo, dove si trova rinchiuso da oltre un anno con l’accusa di aver rapito e barbaramente ucciso la tredicenne Yara Gambirasio.

Lo riporta l’edizione on line de La Stampa. A raccontare del tentato suicidio del 45enne muratore di Mapello è stata la moglie Marita Comi, che lo ha visitato nel pomeriggio di martedì 21 luglio.

La donna è uscita sconvolta dal colloquio e ha subito chiamato l’avvocato difensore Claudio Salvagni, che a sua volta ha raggiunto Bossetti in via Gleno.

In un momento di debolezza, Bossetti avrebbe tentato di impiccarsi con una cinghia, proprio all’indomani dell’udienza di venerdì 17 luglio, nel corso della quale si è parlato anche dei tradimenti della moglie.

Il carpentiere sarebbe stato fermato subito. Tanto che non si è reso necessario il ricovero in ospedale.

La terzia udienza del processo è stata fissata per l’11 settembre, con la deposizione di Maura Panarese, la mamma di Yara.

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