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In commissione

Affitto dello stadio, Tentorio scova l’errore nel contratto

L'ex sindaco Franco Tentorio ha scovato un piccolo, ma decisivo errore nel rinnovo dell'affitto dello stadio.

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Soprattutto quando di mezzo ci sono contratti che valgono milioni di euro. L’ex sindaco Franco Tentorio ha scovato un piccolo, ma decisivo errore nel rinnovo dell’affitto dello stadio.

Il documento prevede che il Comune garantisca 1 milione e 250 mila euro (con l’Iva diventano 1 milione e 528 mila euro, in quattro tranches) per aumentare la potenza dell’alimentazione elettrica, per le torri faro e il parterre disabili. L’Atalanta invece ha messo sul piatto 2,4 milioni per l’ammodernamento dell’impianto con le nuove tribune, skybox, eliminazione delle barriere. Quest’ultima somma sarà restituita alla società atalantina sotto forma di “sconto” nel caso in cui, al termine dei quattro anni di affitto (o anche prima), Percassi decida di comprare l’Atleti azzurri d’Italia. Lo stesso vale nella remota ipotesi che altri gruppi vincano il bando di acquisto dello stadio.

Secondo l’ex primo cittadino però il contratto originale prevede che, anche in caso di rinnovo dell’affitto, i 2,4 milioni di euro debbano essere restituiti. “Vorrei chiedere all’assessore se il mio conteggio è giusto, perché in caso affermativo, come socio dell’Atalanta ho fatto un affare – esordisce Tentorio durante il dibattito in prima commissione -. All’articolo 6 lettera I si dice che se alla fine dei quattro anni di concessione verrà data un’altra concessione, i 2,4 milioni potranno essere scalati dal futuro canone di locazione. In questo modo Percassi recupererebbe tutto quello che ha pagato. Tutta questa operazione al Comune costa 3,5 milioni, all’Atalanta 470 mila euro. Vorrei capire se a voi va bene oppure no”.

L’assessore Francesco Valesini legge e rilegge il contratto e lo stesso fanno le funzionarie che si sono occupate del caso. “Se questo articolo crea ambiguità lo sistemiamo in modo tale che sia chiaro, anche perché gli accordi con l’Atalanta non erano questi – spiega Valesini -. In questa trattativa non credo che il Comune si sia fatto mettere nell’angolo. Oggi il valore di quell’immobile è lo stesso che avrà nel momento in cui verrà venduto. Non dimentichiamo che lo stadio è in pessime condizioni. E’ un bene molto atipico, perché è un patrimonio immobiliare che non ha valore in se stesso, ma dipende dal suo contenuto. Se non ci fosse una squadra di serie A lo stadio potrebbe valere zero”.

Anche Luciano Ongaro di Sel invita alla cautela prima di votare: “Io mi permetto di avere un po’ di perplessità. E’ una situazione un po’ strana, che non mi convince affatto. Se c’è un errore stiamo approvando una variazione di bilancio al buio”. I consiglieri del Pd Massimiliano Serra e Francesca Riccardi si fidano degli accordi stipulati tra Comune e Atalanta: “Guardiamo il dato politico – interviene Serra – e non lasciamo lo strascico del taglio giuridico che oggi non abbiamo il tempo e le competenze per analizzare”.

Eppure in molti altri casi i cavilli, anche con lo stesso Percassi, hanno portato a cause milionarie. Ne sa qualcosa chi, martedì sera, ha sollevato il dubbio: Franco Tentorio si è ritrovato sulla testa una spada di Damocle sotto forma di contenzioso legale da 1,5 milioni di euro per i lavori di manutenzione dello stadio (leggi qui). Il tutto a due giorni dalle elezioni.

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