L’Università di Padova, ma anche quella di Bologna e di Torino hanno già avviato da alcuni anni la loro "rivoluzione" per gli studenti transgender, quelli cioè che hanno deciso di cambiare sesso: un secondo libretto per non dover dare spiegazioni sul perché l’immagine della foto non corrisponda a quella reale.
Ora anche l’Ateneo di Bergamo vara la propria di rivoluzione in questo senso, su richiesta peraltro dei rappresentanti degli studenti: il tesserino universitario (quello con cui ci si iscrive agli esami e ci si qualifica) doppio ai transgender, per lo stesso motivo: evitare imbarazzi a chi ha compiuto questa delicata scelta di vita.
Il rettore Stefano Paleari nell’annunciarlo ha spiegato che in questo caso non si è ragionato sui numeri, ma sui diritti e sull’opportunità. Ci sono studenti che, per non sopportare il disagio di essere chiamati con il nome corrispodente suil tesserino ma presentarsi con un’immagine del tutto diversa, hanno deciso di ritirarsi.
Ora questo non sarà più necessario.
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