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2005-2015

Dieci anni fa l’addio a Kika Mamoli promotrice dell’Hospice di Bergamo fotogallery

Il 14 luglio 2005 moriva Kika Mamoli, la presidente dell’Associazione Cure Palliative promotrice dell’Hospice di Borgo Palazzo e dell’assistenza e cura ai malati in fase avanzata e terminale.

Il 14 luglio 2005 moriva la presidente dell’Associazione Cure Palliative promotrice dell’Hospice di Borgo Palazzo e dell’assistenza e cura ai malati in fase avanzata e terminale.

Dieci anni fa, nello stesso Hospice di Borgo Palazzo, che aveva fortemente voluto per completare e migliorare l’assistenza e cura ai malati in fase avanzata e terminale, è morta Mariagrazia Mamoli Minetti, per tutti Kika. Da allora al suo nome sono state intitolati l’Hospice, l’Istituto Professionale e il Liceo dei Servizi Sociali di via Brembilla, il coro delle volontarie dell’Associazione Cure Palliative, a testimonianza della profonda riconoscenza dell’intera comunità bergamasca per tutto ciò che Kika ha fatto, insieme ai volontari delle cure palliative, sul fronte della sofferenza totale, fisica, psicologica, sociale e spirituale dei malati e il sostegno alle famiglie coinvolte.

Abbiamo chiesto ad Arnaldo Minetti, marito di Kika e attuale presidente dell’Associazione Cure Palliative, una ricostruzione dell’attività e dell’impegno di Kika.

“Nel 1989 nacque a Bergamo l’Associazione Cure Palliative con la mission di fare emergere con forza la realtà e i bisogni delle migliaia di cittadini bergamaschi che dovevano attraversare le loro malattie inguaribili senza poter contare sulla terapia del dolore, senza cura della loro sofferenza, senza una rete di servizi in degenza e a domicilio. Da un esiguo gruppo di medici, infermieri, psicologi e dal primo drappello di volontari guidati da Kika Mamoli (1947-2005), nacque a Bergamo una esperienza entusiasmante sul piano sanitario e su quello sociale: la capacità progettuale e di condivisione con l’intera comunità bergamasca ha portato ad essere un importante riferimento nazionale per il movimento delle cure palliative, una vera e propria eccellenza.

Dall’assenza di ogni servizio, infatti, si passò ad avere il primo Centro di Terapia del Dolore e Cure Palliative presso Anestesia II ai Riuniti; subito dopo partì la prima esperienza d’avanguardia di assistenza domiciliare con l’USSL e con supervisione dei palliativisti e di lì a poco prese corpo il Progetto Hospice con la possente raccolta di fondi promossa dall’ACP per realizzare l’Hospice di Borgo Palazzo e darlo in gestione ai Riuniti, sviluppando la degenza in Hospice, il Day hospital, gli ambulatori sia in Borgo Palazzo sia in Ospedale.

Kika e, con lei, tutti i volontari promossero una possente mobilitazione, con coinvolgimento dell’intera popolazione. Contestualmente si svilupparono corsi con reclutamento di nuovi volontari, formazione per il personale, conferenze, convegni, sensibilizzazione nelle scuole e nei paesi, spettacoli e iniziative di comunicazione e di intrattenimento, progetti di ricerca con l’Università, interazione con gli altri hospice – oggi sono sei in bergamasca – con i soggetti accreditati per l’Assistenza Domiciliare Integrata di Cure Palliative, con i Medici di Assistenza Primaria, con le altre associazioni. Dal 2010, grazie alle legge 38, la terapia del dolore e le cure palliative sono state ufficialmente riconosciute come diritti per tutti i cittadini italiani e in questi anni in tutta Italia – e in particolare nel nostro territorio – si sono moltiplicati i servizi, si é incrementato il personale dedicato, si sono organizzati percorsi formativi qualificati che hanno permesso di migliorare in qualità e in quantità la cura e assistenza ai malati in fase avanzata di tutte le patologie inguaribili e ai loro famigliari.

La rete, ora coordinata nel Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative, segue ogni anno oltre 3700 malati in degenza e a domicilio, e si è data l’obiettivo di raggiungere progressivamente tutti i malati affetti dalle diverse patologie inguaribili che ogni anno in bergamasca attraversano la fase avanzata e terminale, con tutto ciò che comporta per loro e i loro famigliari. Sono progetti e impegni molto importanti, ma questa forza è frutto di una sentita partecipazione della comunità bergamasca che ha fatto proprio il progetto dell’Hospice e della rete di cure palliative, sostenendo gli obiettivi, partecipando alle iniziative, apprezzando l’intenso sforzo di informazione, comunicazione, sensibilizzazione, con la condivisione degli alti obiettivi di civiltà, di solidarietà e di cittadinanza attiva. A tutto questo ha fortemente contribuito Kika".

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