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La lettera

“Io, accusato ingiustamente dalla Cisl di sfruttare una badante straniera”

Un lettore leghista di Bergamonews, in disaccordo con l'inchiesta dedicata a Bergamo senza immigrati, inchiesta che vuole superare i pregiudizi sugli stranieri, racconta la propria disavventura, conclusa con un processo da lui vinto, con una badante bulgara, assistita dalla Cisl di Bergamo.

Un lettore leghista di Bergamonews, in disaccordo con l’inchiesta dedicata a Bergamo senza immigrati, inchiesta che vuole superare i pregiudizi sugli stranieri, racconta la propria disavventura, conclusa con un processo da lui vinto, con una badante bulgara, assistita dalla Cisl di Bergamo. 

Gentilissima Redazione,

dopo aver letto l’articolo sulle badanti straniere vorrei sottoporVi quanto, anni fa, ho dovuto subire sulla mia pelle a causa dei sindacati che, nella maggior parte dei casi, difendono gli stranieri (per meri interessi di tessera) a discapito degli italiani.

Nel 2009 è venuto a mancare mio padre che per almeno 6 mesi ha usufruito dei servizi di una badante di origine bulgara.

La signora in questione, regolarmente assunta da mio padre, era trattata nel perfetto rispetto delle regole. Aveva un contratto e mensilmente veniva retribuita, dopo che aveva ricevuto e sottoscritto quanto di volta in volta mi veniva spedito dal commercialista.

Nel periodo in cui si è soffermata presso l’abitazione dove viveva mio padre, è stata trattata come una di "famiglia". Lo dimostra il fatto che parecchi abiti che furono della mia defunta madre ha potuto spedirli al suo Paese d’origine, per aiutare la figlia.

Sempre con spirito di collaborazione,  la signora aveva un conto presso una banca locale ed il trasferimento di denaro che ella faceva mensilmente alla figlia, le costava, pertanto per aiutarla le feci chiudere il conto per trasferire parte del suo compenso mensile direttamente, evitandole dei costi.

Alla morte di mio padre, per questioni organizzative (mio padre viveva in una casa in cui c’erano anche dei cani da seguire ed io vivevo allora da un’altra parte) decisi di assumerla direttamente io fino a quando non sarei poi riuscito a trasferirmi nella casa che fu dei miei genitori. Allora la cosa fu per me anche un modo per non lasciarla senza lavoro in maniera così repentina.

Dopo circa un mese, la mattina del 5 maggio 2009 la signora sparì nel nulla, lasciando le chiavi di casa dove lavorava, presso il mio studio.

Dopo un primo immaginabile stupore cercai invano di rintracciarla. Per le settimane successive dovetti organizzarmi in quanto impreparato a gestire, senza preavviso, la sua assenza.

A distanza di qualche mese mi arrivó via posta una lettera della CISL che mi invitava ad un incontro riguardante la posizione della signora. Andai con tutti i documenti che avevo, l’impiegato della CISL in maniera molto diretta e senza voler vedere la mia documentazione mi chiese di rifondere € 5000 alla signora che era stata la badante di mio padre.

Il tipo in questione non volle sentire la mia versione dei fatti, provata peraltro dalla documentazione in mio possesso e mi disse chiaramente che se volevo potevo transare, diversamente si sarebbe aperto un contenzioso con la signora, ovviamente davanti al Giudice del lavoro.

Ne feci una questione di principio. Andai con il mio legale al processo.

Mi resi conto da quanto depositato dal sindacato, che difendeva la signora, che furono citati testimoni che millantavano di conoscere casa di mio padre, di conoscere le abitudini della signora e che peroravano anch’essi le tesi della signora che, a suo dire lavorava di più di quanto non fosse pagata.

Il processo duró circa un anno e mezzo e alla fine il Giudice mi diede ragione.

Ovviamente dovetti pagare le spese processuali di parte, persi un sacco di tempo e lo feci perdere ai testimoni di parte che ovviamente non poterono che confermare la mia tesi smontando tutte le falsità della signora.

Chi ha pagato il legale della badante? Il Sindacato? Con i soldi delle tessere degli italiani iscritti?

Pur comprendendo in parte il tentativo di truffa nei miei confronti da parte della badante (della serie ci provo…) condanno fortemente l’atteggiamento del sindacato, dei suoi funzionari e legali, che pur di assicurarsi un tesserato non hanno avuto nessuno scrupolo nel voler difendere una signora solo per il fatto che fosse straniera.

A quel tempo, 2009, ero anche vicesindaco di Curno e, probabilmente pensavano che attaccare un amministratore locale della Lega, facesse notizia.

Da parte mia ho sempre rispettato chi lavora onestamente ed in regola nel nostro Paese. Ma rifiuto un sistema di omologazione studiata a tavolino per colpire gli italiani che danno opportunità di lavoro agli stranieri.

Allora, contro i pregiudizi, ma di chi?

Distintamente

Roberto Pedretti

La Cisl ha risposto: leggi qui

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