Dopo sei rifiuti, Massimo Giuseppe Bossetti tenta per l’ultima volta di ottenere gli arresti domiciliari. E’ atteso per la giornata di oggi il verdetto della Suprema Corte di Roma chiamata a decidere sulla richiesta di scarcerazione presentata da Claudio Salvagni e Paolo Camporini, i legali del muratore di Mapello in carcere dal 16 giugno 2014 con la pesante accusa di aver barbaramente ucciso Yara Gambirasio.
Se la richiesta venisse accolta (cosa comunque difficile visti gli esiti precedenti) Bossetti potrebbe lasciare il carcere a cinque giorni dall’inizio del processo di venerdì 3 luglio di fronte alla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo.
Il ricorso che sarà valutato dalla Suprema Corte è quello con cui la difesa impugna la seconda sentenza del Tribunale del Riesame di Brescia, che il 10 marzo ha confermato il carcere per Bossetti. Per la sesta volta consecutiva dopo il diniego per tre volte dal gip e due dal Riesame.
La richiesta dei legali di Bossetti si basa su presunti errori nella prova del dna che ha incastrato lo ha portato in carcere. Secondo Salvagni e Camporini, Il 45enne dopo oltre un anno di cella può attendere l’esito del processo agli arresti domiciliari, magari con un braccialetto elettronico.
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