Caldo torrido, sale il livello dell’ozono: all’inizio della prossima settimana le temperature sfioreranno i 40 gradi. E intanto torna d’attualità il problema dell’inquinamento atmosferico da ozono.
Secondo i dati delle Arpa regionali di Lombardia ed Emilia Romagna, giovedì 2 luglio è stata superata, in diverse zone del Nord, la soglia di allarme, fissata in 240 µg/m3. A Moggio (Lc) 273 µg/m3, Cantù (Va) sono stati registrati 263 µg/m3, a Erba (Co) 262 µg/m3, a Bergamo 259 µg/m3, Lecco 252 µg/m3.
Valori al di sopra della soglia di attenzione, fissata in 180 µg/m3, anche sull’Emilia occidentale, in particolare tra le provincie di Piacenza e Parma, con picchi di 203 µg/m3.
L’ozono è un inquinante secondario che si forma in atmosfera a partire da precursori (inquinanti primari) prodotti da varie sorgenti (veicoli a motore, industrie, processi di combustione).
Questo processo è influenzato da variabili meteorologiche come l’intensità delle radiazioni solari, la temperatura, la direzione e la velocità del vento. Si tratta, pertanto, di un’inquinante stagionale caratteristico delle stagioni tardo-primaverile ed estiva, delle ore più calde ed assolate della giornata ed, inoltre, tale fenomeno si rende manifesto soprattutto nella pianura padana.
L’aumento della concentrazione di ozono costituisce un problema di salute pubblica in particolare per i gruppi di popolazione maggiormente sensibili quali i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, i soggetti affetti da patologie respiratorie e cardiovascolari; questi ultimi possono manifestare sintomi e/o aggravamento della patologia per livelli di ozono anche abbastanza contenuti. L’esposizione prolungata per mesi e anni a livelli elevati di ozono, inoltre, può provocare effetti irreversibili sulla salute in particolare sulla struttura del sistema respiratorio e cardiovascolare.
commenta