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L'analisi

Matteo Salvini a Pontida vara la “normalizzazione” della Lega che punta in alto fotogallery

Non è ancora chiaro se in un paese normale un partito debba utilizzare una ruspa per colpire i suoi avversari (anche solo nell'immaginario), ma la Lega Nord ha deciso di provarci. E fa sul serio.

“In un paese normale…”. Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha dedicato una lunga parte del suo discorso ad elencare quelli che, secondo lui, sarebbero provvedimenti da Paese normale: un anno di servizio civile obbligatorio, assistenza ai disabili, cura di boschi e fiumi, abolizione della Siae e soprattutto immigrazione controllata.

Non è ancora chiaro se in un Paese normale un partito debba utilizzare una ruspa per colpire i suoi avversari (anche solo nell’immaginario), ma la Lega Nord ha deciso di provarci. E fa sul serio. La ruspa è partita come simbolo dello smantellamento dei campi rom e ora è diventata quello dello smantellamento del governo Renzi. Che per ora non teme il Carroccio, ma con la flessione di Forza Italia e la fluidità dell’elettorato a 5 Stelle dovrebbe iniziare a guardarsi alle spalle.

Salvini ha saputo cogliere l’attimo. All’opposizione, cavalca il tema profughi come mai era stato fatto dalla Lega (vuoi anche perché durante la prima ondata migratoria il ministro dell’Interno era Roberto Maroni) e capitalizza le ospitate televisive a suon di consenso. Ha saputo cambiare radicalmente la concezione politica della Lega Nord spingendosi dove nessuno mai aveva osato: al Sud.

Sì, in passato non sono mancati casi goliardici. Mai però era stata varata un’operazione sistematica per ottenere voti sotto il Po. Pontida 2015 è stato anche questo: molti esponenti di “Noi con Salvini” sono saliti sul palco e hanno parlato con accenti che fino a qualche anno fa facevano venire l’orticaria ai militanti.

Ora i fedelissimi sembrano essere disposti a tutto, guidati dal loro capitano, per battere Renzi e andare al governo. In un paese normale Però, per vincere servono i voti di ogni territorio. E quindi “normalizzarsi” è indispensabile.

E la secessione? “In un Paese normale…”

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