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La perplessità

Confesercenti e movida: orari troppo restrittivi Gori: “Niente diritti di serie B”

“Il regolamento approvato dal Consiglio comunale è troppo sbilanciato a favore delle istanze dei residenti". Lo dichiara Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti Bergamo

“Il regolamento approvato dal Consiglio comunale è troppo sbilanciato a favore delle istanze dei residenti. Nonostante i correttivi in corsa suggeriti dalle associazioni di categoria, restano molti aspetti poco chiari e insoddisfacenti, in particolare per quanto riguarda gli orari di chiusura”. Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti Bergamo, interviene così sulle nuove regole della movida varate da Palazzo Frizzoni. “Alcune nostre osservazioni sono state recepite, e questo è positivo. Apprezzabili, in particolare, il riconoscimento del valore sociale della movida per promuovere una città più viva, felice e sicura, nonché il coinvolgimento delle associazioni nel monitoraggio dell’applicazione delle buone pratiche. Ma rimangono forti perplessità sugli orari. Ad esempio, appare un errore prevedere l’orario di chiusura per tutti i giorni dalle ore 0.30 alle ore 6,00, senza eccezioni per il fine settimana. E’ lo stesso Tar che suggerisce una differenziazione di orari correggendo l’impostazione dell’ordinanza emanata il 25 novembre scorso”.

Il tema degli orari è di importanza cruciale, va da sé, per il settore. “Gli orari di apertura costituiscono uno dei fattori dai quali dipende la concorrenzialità dei pubblici esercizi/locali notturni e, quindi, la capacità di “stare sul mercato” – sottolinea Caselli -. Quanto più i pubblici esercizi della città e di Borgo Santa Caterina in particolare sono in grado di offrire un servizio che risponde alle esigenze e alle abitudini dei consumatori, tanto più gli imprenditori possono consolidare la loro cifra d’affari, salvaguardare gli impieghi e possibilmente aumentarli. Il giro di vite, al contrario, rischia di pesare ulteriormente sui bar, già provati dal calo di consumi derivanti dalla perdurante crisi economica ”.

Caselli conclude osservando che “nessuna città capoluogo confinante con Bergamo disciplina in modo rigido gli orari di apertura dei locali notturni. Non pensiamo solo a Milano, ove la concentrazione di locali serali e la cosiddetta movida in determinate zone della Città vengono non semplicemente tollerate, bensì considerate un valore sociale ed economico, tanto che non esiste alcuna limitazione; ma anche ai recenti provvedimenti del Comune di Brescia”.

"Il Regolamento per la convivenza tra residenza e attività commerciali approvato ieri dal Consiglio comunale è il frutto di un lavoro serio, documentato, aperto al contributo di tutti i soggetti interessati, e realizza un difficile, ma fondamentale equilibrio tra le diverse e contrastanti esigenze di commercianti, residenti e giovani protagonisti della “movida" – interviene così il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori riguardo il regolamento approvato ieri sera in Consiglio Comunale. “In più – prosegue il Sindaco – ha il merito di chiamare alla collaborazione tutti i gestori di pubblici esercizi della città: se vogliamo che Bergamo sia più viva e più attrattiva per i turisti è necessario che gli operatori del settore facciano la loro parte per tenerla pulita e prevenire eventuali fenomeni di degrado.” “Ci sono poi le “zone calde” della città, quelle dove la “movida” spontanea – di per sé un fatto certamente positivo – ha superato una soglia di sostenibilità e rischia, se lasciata del tutto priva di controllo, di tradursi in un disagio oggettivamente non sopportabile per i numerosi residenti di queste zone. Parliamo di Borgo S.Caterina, ma non solo: sarà l’istruttoria degli uffici dell’Urbanistica e della Polizia Locale a indicare le aree da sottoporre ad ordinanza e ad una (limitata) regolamentazione degli orari: grazie al meccanismo di premialità previsto, assolutamente alla portata di tutti gli esercenti, orientato a promuovere una serie di comportamenti virtuosi, i locali potranno tenere aperto fino all’1.30 tutti i giorni (mezzanotte e mezza per chi non accederà al “bonus” previsto dal regolamento). I residenti chiedevano uno stop delle attività a mezzanotte, senza deroghe; le associazioni di categoria, mezz’ora in più il venerdì e il sabato sera: c’è qualcuno che può in buona fede sostenere che il Regolamento sia “troppo sbilanciato dalla parte dei residenti”? E qualcuno può seriamente sostenere che, a fronte della “limatura” di soli 30 minuti, il venerdì e il sabato sera, i locali siano per causa nostra "condannati a chiudere?”.

“Noi – conclude Gori – siamo perché Bergamo sia una città sempre più viva e divertente e perché i giovani imprenditori abbiano successo nelle loro attività, ci mancherebbe. Ma non possono esserci diritti di serie B, cittadini il cui diritto al riposo non vale nulla. L’unica strada è la convivenza civile, la crescita del commercio insieme alla comunità, per la quale ognuno deve farsi in qualche modo carico anche delle ragioni degli altri. So bene che lungo questo percorso non raccoglieremo applausi: da nessuna delle parti coinvolte (e tantomeno dalle opposizioni, che dopo aver tollerato senza fare nulla la crescita del fenomeno cercano oggi di lucrare un piccolo dividendo elettorale prendendo le parti dei baristi). Ma proprio questa è la dimostrazione della bontà del provvedimento, dell’equilibrio che siamo stati in grado di raggiungere.”

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