“Appena eletto presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca ho deciso di spostare i conti delle mie società in altri istituti di credito per non creare conflitti di interesse”. Lo ha afferma Andrea Moltrasio nel corso di una puntata di “Uno contro tutti” a BergamoTv. Quali banche ha scelto? La risposta di Moltrasio: “Altre banche del territorio, con le quali mi trovo bene”.
La dichiarazione è da riferirsi a finanziamenti, non a conti attivi che Moltrasio ha e mantiene con Ubi Banca. È l’ultima delle uscite di Moltrasio in tema di trasparenza.
Un mese fa era stato ancora più esplicito, rendendo noto che aveva comprato 70mila azioni di Ubi Banca per un valore di mezzo milione di euro.
“Per dare un segno di fiducia nei confronti della banca” aveva poi spiegato.
Che alla trasparenza tenesse, Moltrasio l’aveva fatto capire tre anni fa, appena eletto a presidente del Consiglio di Sorveglianza: “Gli istituti devono cambiare modalità di comunicazione, anche per evitare che si parli senza avere le informazioni necessarie”.
Lo ribadisce in questi mesi quanto tutti lo interpellano chiedendo quale banca ingloberà Ubi. “È come il calcio mercato, tutte voci. Per ora non c’è nulla di certo. Stiamo lavorando alla trasformazione dello statuto”. E ammette di aver studiamo molto per questo passaggio delicato della banca, annunciando tempi, date e proposte: la Sorveglianza passerebbe dal 23 a 15 membri, la Gestione da 11 a sette esponenti. Moltrasio spinge perché lo statuto sia pronto per luglio quando vuole venga sottoposto a Bankitalia e permettere così a ottobre l’assemblea con i soci chiamati a votare il passaggio da cooperativa a Spa di Ubi. Il gruppo bancario sarebbe il primo a vivere questo passaggio tra le dieci banche cooperative italiane chiamate alla riforma voluta dal Governo Renzi.
La decisione di accelerare sui tempi è stata chiarita così da Moltrasio: “Ad aprile Ubi Banca è chiamata al rinnovo delle cariche, se per allora Ubi avrà già vissuto il passaggio da cooperativa a Spa sarà molto più semplice e chiaro. È una forma di rispetto nei confronti dei soci”.
L’obiettivo di trasformarsi in Spa entro la fine dell’anno per Ubi Banca non significa però rinnovare i vertici in anticipo rispetto alla scadenza naturale della primavera del 2016. "Non credo, ci abbiamo pensato seriamente, anche per un aspetto di galateo nel senso che essere espressi da un’assemblea capitaria è diverso dall’essere espressi da un’assemblea di capitale" ha rimarcato Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi.
"Però mancherebbero veramente pochissimi mesi alla scadenza e il disordine che si creerebbe per la convocazione di un’ulteriore assemblea" nel periodo che intercorrerebbe tra l’assemblea per la spa è quella sul rinnovo dei vertici alla scadenza di aprile, "non rende pragmatica la cosa". "Non ne vale la pena. Se fosse mancato molto di più dei quattro mesi avremmo seriamente considerato questa ipotesi", ha ribadito.
In merito alla notizia battuta da Dagospia che Ubi Banca starebbe aspettando la fine dell’inchiesta per assorbire Monte dei Paschi di Siena, dal gruppo bancario di Piazza Vittorio Veneto arriva secca la replica: "Qualcuno sa quando finiscono le inchieste?".
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