"Sara mi ha aggredito e io ho reagito". Amine El Gahazzali si è difeso così davanti al giudice per indagini preliminari Ezia Maccora.
Il 24enne marocchino accusato di avere ucciso a coltellate la moglie disabile di 19 anni, Sara El Omri, con la complicità della 16enne amante di origine kosovare residente in Svizzera, ha parlato dopo il fermo di martedì notte, quando i carabinieri lo hanno scovato dopo che aveva cercato di nascondersi sopra un furgone parcheggiato in un cortile.
Il ragazzo ha risposto a tutte le domande del gip, la quale si è presa ancora del tempo prima di procedere alla convalida dell’arresto dell’uomo. La decisione dovrebbe arrivare domani, sabato 6 giugno. L’accusa per lui e la giovane amante è di omicidio volontario in concorso. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato El Gahazzali a uccidere la 19enne, che lavorava come barista, con 24 coltellate. La ragazza, mentre era a terra esanime, è riuscita a riferire ai testimoni che a colpirla era stato proprio lui.
Nel frattempo gli amici di Sara hanno organizzato per domenica 7 giugno alle 21, nei pressi del luogo del delitto, una veglia per ricordare la 19enne uccisa dal titolo "Tutti insieme per Sara".
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