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Economia&arte

Palma il Vecchio e quell’arte del tessile: un primato bergamasco

Una visita guidata alla mostra "Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza" con il Gruppo Tessili di Confindustria Bergamo per scoprire nelle tele dell'artista le stoffe del tempo. E un parallelo con il mondo tessile bergamasco che oggi è tra i primi in Italia per qualità.

Bergamo ha stoffa. Inutile rimarcarlo. Il settore tessile orobico vanta oggi una filiera di tutto rispetto, un primato che spesso si ignora. Prendi una sera di maggio con il Gruppo Tessili di Confindustria Bergamo che organizza una visita guidata alla mostra "Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza" in corso alla Gamec. Se nei ritratti del Palma emerge un’opulenza carnale senza eguali, è nelle fogge degli abiti che bisogna soffermarsi. L’artista conosceva bene la tradizione tessile del tempo e riproduce fedelmente velluti, tessuti, veli. Se nei ritratti mancano gioielli, questi vengono sostituiti della sontuose stoffe che non mancano in abbondanza. E a fine percorso è il caso di fare un parallelo tra ieri e oggi.

Come sta il settore tessile oggi a Bergamo? I dati li snocciola Franco Greco, presidente del Gruppo Tessili di Confindustria Bergamo che raccoglie 118 aziende. Oggi il settore tessile dà lavoro a circa 15mila addetti, sette mila nelle aziende associate a Confindustria Bergamo. La crisi? E’ servita per fare un salto di qualità. Le aziende bergamasche hanno puntato su innovazione, ricerca e sviluppo e oggi rappresentano l’alta gamma del tessile. Franco Greco indica anche una filiera che spesso si trascura di osservare. E la formazione, con le aziende bergamasche che collaborano con l’Esperia, l’Abf (Azienda Bergamasca Formazione) e l’Università di Bergamo che offre un master.

"Già da quattro anni collaboriamo con con Abf per il corso di operatore della moda-abbigliamento in modo da rispondere alla crescente richiesta di personale qualificato da parte delle aziende, in particolare quelle della confezione" afferma Greco. Il corso prepara una ventina di tecnici, i due terzi dei quali trovano lavoro nelle aziende tessili della provincia bergamasca. Ci sono poi i periti tessili dell’Esperia e, infine, la facoltà di ingegneria dell’Università di Bergamo propone un corso biennale di specializzazione tessile: una vera rarità a livello nazionale. Insomma, c’è un orgoglio del tessile che andrebbe riscoperto dopo gli anni della crisi. Lo dimostra anche il bel volume "A regola d’arte. Tessile/moda tra storia e futuro" pubblicato dal Gruppo Tessili e Moda di Confindustria Bergamo curato da Maria Mencaroni Zoppetti e realizzato in collaborazione con l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti e la Fondazione Credito Bergamasco.

Un orgoglio che si rivela con eleganza nelle sale della Gamec che accompagnano il percorso alla scoperta dei capolavori di Palma il Vecchio. Se i pavimenti in legno invitano e replicano gli spazi delle tele, sono i tessuti della Martinelli Ginetto di Casnigo a fare da cornice. "Reinventare la Gamec in un’atmosfera rinascimentale era una bella sfida che abbiamo raccolto con piacere – afferma Alberto Paccanelli, ad della Martinelli Ginetto –. Da qui la scelta di utilizzare la nostra divisione di tessuti dedicata all’arredamento, Kohro, cercando nel nostro archivio storico i giusti materiali".

Centocinquanta metri di panno lana nei toni del rosso, verde e grigio, ma anche drappi di seta artificiale per i tendaggi che in particolare valorizzano l’ultima sala della mostra, dove l’imponente polittico della Santa Barbara, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Formosa in Venezia, chiude l’allestimento.

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