Andreas Lubitz, copilota dell’Airbus A320 della Germanwings precipitato sulle Alpi francesi lo scorso 24 marzo, modificò volontariamente i comandi del pilota automatico per aumentare la velocità dell’aereo e portare a termine il suo folle gesto: è quanto riferisce l’ufficio inchieste e analisi sugli incidenti aerei (Bea) dopo una prima analisi della seconda scatola nera del velivolo, il Flight Data Recorder.
Una conferma di quanto già ipotizzato dalla procura di Marsiglia, che indaga sulla tragedia, dopo l’analisi del Cockpit Voice Recorder, la prima scatola nera ritrovata tra le macerie, grazie al quale si era potuta formulare per la prima volta l’ipotesi del suicidio.
Dalla prima ricostruzione fatta dal Bea, una volta rimasto solo al comando dell’aereo Lubitz ha iniziato la discesa con il pilota automatico, portando l’aereo ad un’altezza di 30 metri: più volte durante la manovra ha cambiato la regolazione per aumentare la velocità dell’Airbus A320, portandolo fino al terribile impatto con le Alpi. Scartata quindi in maniera definitiva l’ipotesi del malore, già poco probabile dopo aver ascoltato la registrazione dell’audio in cabina che aveva già dato quasi per certa la volontà di Lubitz di schiantarsi con tutte le 149 persone a bordo con lui.
In Germania, intanto, secondo quanto riferito dallo Spiegel, continuano le perquisizioni degli uomini della procura di Dusseldorf per cercare di fare chiarezza sul passato di Andreas Lubitz: gli inquirenti si sarebbero presentati negli studi di cinque medici, tra psichiatri e neurologi, che avrebbero avuto in cura il copilota del volo 4U9525 della Germanwings.
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