Le previsioni meno ottimistiche relative ai tagli del governo per la Provincia di Bergamo parlavano di “meno 15 milioni di euro”. Invece saranno 18,2 i milioni che non arriveranno più in Bergamasca. Più che una brutta notizia, una catastrofe. Il punto di domanda sul futuro dei dipendenti non riguarda più solo i 50 destinati a finire in Regione o nei Comuni bergamaschi. Il rischio è di dover lasciare a piedi tutti i dipendenti. Una tale mannaia sui trasferimenti impone una riflessione sulla sostenibilità economica di tutto l’ente. Se le cifre saranno confermate, non ci saranno più le risorse per gli investimenti: addio strade, manutenzioni alle scuole, trasporti. Il tutto in un quadro normativo ancora da definire. “Siamo molto preoccupati per il futuro di tutti i dipendenti, perché con questi tagli non si va da nessuna parte – spiega Gian Marco Brumana, sindacalista della Funzione pubblica della Cgil -. Insieme al presidente Rossi abbiamo deciso di non presentare le liste previste dalla riorganizzazione perché la Regione non ha ancora definito quali funzioni si prenderà in capo. C’è certezza solo sul numero dei lavoratori che andranno in pensione e quelli destinati al prepensionamento. Sugli altri c’è solo un grande punto di domanda perché nei fatti non ci sono i soldi per fare nulla”.
Preoccupato anche il presidente del Matteo Rossi, che si appella al ministro Martina per cercare di dare prospettive anche ai servizi finora garantiti dalla Provincia. “Ha vinto la lobby delle città metropolitane, perché a loro è stato tagliato molto meno che a noi – spiega Matteo Rossi, presidente della Provincia -. Queste decisioni sono state prese da chi non conosce la realtà. Qui ci sono servizi da garantire, famiglie a cui dare risposte. Ho già mandato un messaggio al ministro bergamasco Maurizio Martina per esortarlo a cambiare qualcosa”. Il presidente della Regione Roberto Maroni ha annunciato che si riprenderà tutte le funzioni. Per Rossi è un "grande bluff. Vorrebbe prendersi le competenze senza il personale, e che mentre spende 30 milioni per un referendum inutile sull’autonomia vorrebbe riaccentrare tutto a Milano alla faccia del federalismo. Il principio è chiaro: se la Provincia svolge una funzione regionale che costa 100, deve trasferirmi 100. Se vuole riprendersi la delega deve prendersi il personale, salvo poi pagarci l’affitto per metterlo negli uffici dove già lavora. Bisognerebbe essere un po piu seri anziché mettere in difficoltà i presidenti di Provincia solo perché non sono del suo partito. Caro Maroni, il territorio viene prima di tutto".
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