Il Carpi è un passo dalla serie A. Un’impresa, quella degli emiliani, che ha anche il fortissimo sapore della rivincita, quella che Castori e i suoi uomini si stanno per prendere sui potenti del mondo pallonaro, gli amici di Lotito che a metà febbraio avevano parlato dei biancorossi nella massima serie come "un danno per il calcio italiano".
La grande scalata del Carpi, a +12 sul Bologna secondo dopo il 3-0 di lunedì sera e a +16 dal Vicenza terzo, ha però anche il profumo bergamasco. Perché bergamaschi sono Emanuele Suagher, Mario Pugliese e Salvatore Molina, tutti e tre ancora di proprietà dell’Atalanta, senza dimenticare poi quel Simon Laner che per anni ha militato con ottimi risultato nell’AlbinoLeffe di Andreoletti. Dei tre nerazzurri solo Pugliese non sta trovando la continuità che i dirigenti orobici pensavano potesse avere in Emilia, mentre Molina e Suagher hanno dato un contributo senza dubbio importantissimo fin qui: il primo è sempre sceso in campo dopo il suo sbarco a Carpi, mentre il secondo, prima del grave infortunio al ginocchio rimediato lo scorso 3 febbraio contro il Crotone, è stato tra i pilastri della difesa di Castori.
Ma il progetto Carpi, quello che tra poche giornate potrebbe festeggiare la storica promozione in A, ha visto le sue basi costruite da un altro bergamasco che di nome fa Stefano e di cognome Vecchi. Sì, proprio quello Stefano Vecchi che, dopo gli innumerevoli trionfi ottenuti con Colognese e Tritium in terra orobica, a febbraio ha conquistato il Viareggio sulla panchina del’Inter al fianco di Luca Facchetti. Il tecnico classe 1971 è stato sulla panchina biancorossa dal luglio del 2013 al marzo del 2014, quando è stato esonerato tra lo stupore generale nonostante l’ottima posizione a metà classifica ottenuta con la squadra neo-promossa e mai avvicinata dalla zona-retrocessione.
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